21 giugno 2016 18:26

Sono un maschio gay di 24 anni con pochi soldi e nessuna competenza utile. Dopo aver fatto un sacco di scelte sbagliate, ora ho un lavoraccio senza prospettive con cui fatico ad arrivare a fine mese e sopravvivo in una città carissima della costa est. Qualche giorno fa, su Grindr, un tizio mi ha offerto tremila dollari per fare sesso. È bruttino e ha quasi il triplo dei miei anni, ma sembra una persona gentile e rispettosa. Quei soldi mi servirebbero davvero. Non ho nessun problema morale con la prostituzione, ma i pochi amici a cui l’ho detto hanno reagito con orrore. Una parte di me è d’accordo con loro e pensa sia una pessima idea di cui mi pentirò. Un’altra parte, però, pensa “ma sì, è solo sesso”, e ho comunque fatto cose più umilianti per molti meno soldi. Mi intristisce pensare che il mio unico modo per guadagnare sia prostituirmi, perché l’aspetto fisico non dura per sempre. E poi diciamocelo: la prostituzione è un lavoro brutto e sporco, che difficilmente può fare colpo sui potenziali datori di lavoro.

—Stressed Over Taking Elderly Man’s Payment To Eat Dick

Ho fatto leggere la tua lettera al dottor Eric Sprankle, assistente di psicologia all’università del Minnesota e psicologo clinico.

“Questo ragazzo si preoccupa per l’eventualità che debba ‘prostituirsi’, il che fa capire che anche lui, come la maggior parte delle persone, considera il lavoro sessuale come la vendita del proprio corpo o della propria persona”, dice il dottor Sprankle, che twitta di salute sessuale, diritti dei lavoratori del sesso e laicità dall’account @DrSprankle.

Ma tu, SOTEMPTED, non venderesti la tua persona né il tuo corpo, bensì l’accesso — temporaneo — al tuo corpo e a qualsiasi prestazione sessuale tu abbia concordato con quest’uomo in cambio dei suoi soldi.

“Il lavoro sessuale è la vendita di un servizio”, prosegue il dottor Sprankle. “E questo servizio può interessare parti del corpo che nella maggior parte delle attività lavorative non si usano, ma ricade senza alcun dubbio nella categoria professionale dei servizi. Così come un massaggiatore o una massaggiatrice non vende le sue mani né la sua persona quando tratta i dolori muscolari di un cliente anziano e danaroso, allo stesso modo i lavoratori del sesso si limitano a vendere una prestazione fisica ed emotiva”.

Tutti i massaggiatori che detestano essere nominati nei discorsi sul lavoro sessuale — quei ligi massaggiatori che una sega non sanno cosa sia — dovrebbero ricordarsi di quanto sono fortunati.

“Hanno la fortuna di non doversi preoccupare che gli amici li giudichino e si allontanino”, sottolinea il dottor Sprankle, “né di essere arrestati per aver violato leggi arcaiche”. Tu che dovrai preoccuparti del giudizio, del marchio d’infamia e dei problemi con la legge, SOTEMPTED, se deciderai di procedere.

“Dovrà scegliere con cura le persone alle quali parlerà delle sue esperienze professionali ed è possibile che a parenti e colleghi sia costretto a nasconderle per sempre”, aggiunge il dottor Sparkle. “Il che può farti sentire isolato e disonesto. E pur non possedendo prove del fatto che chi decide di praticare il lavoro sessuale è destinato a pentirsene, gli amici di questo ragazzo gli hanno già offerto un assaggio del marchio sociale che accompagna questo tipo di lavoro”.

Essendo io un consulente sessuale che offre il servizio completo, SOTEMPTED, ho fatto leggere la tua lettera anche a un paio di ragazzi che il lavoro sessuale lo hanno praticato: uno dei due a tutti gli effetti, l’altro per spirito di avventura.

“Mi colpiscono le parole che SOTEMPTED usa per parlare di lavoro sessuale: brutto, sporco, umiliante”, dice Mike Crawford, un lavoratore sessuale, attivista per i diritti dei lavoratori del sesso che twitta da @BringMeTheAx. “Per molti di noi non è affatto così. Togliendo tutto il moralismo e la disinformazione, il lavoro sessuale è un mestiere come tanti che fornisce ai clienti un servizio prezioso. Certo, a volte può essere anche umiliante e sporco — se è quello a eccitare il cliente — ma come lavoro in sé non ha nulla di intrinsecamente brutto o degradante”.

E se poi uno si pente?

“È vero che a un certo punto potrebbe pentirsi di aver fatto sesso a pagamento”, risponde Crawford. “Ma è vero anche che quasi sempre, nel sesso, esiste il rischio di pentirsi. Un sacco di gente che non si fa pagare finisce per pentirsi dopo una scopata. SOTEMPTED dovrebbe valutare anche l’ipotesi che invece, guardandosi indietro, possa pentirsi di non aver fatto quel salto. In questi anni ho conosciuto tanti lavoratori del sesso che si pentivano di non aver cominciato prima”.

“Io non me ne pento”, dice Philip (nome inventato), un lettore che, dopo avermi scritto che voleva provare a farsi pagare per il sesso, ha poi ha fatto il salto. “Mi faceva sentire in una posizione di forza. E anche durante i rapporti non mi ha mai turbato. Devi solo ricordati di prendere accordi precisi in anticipo — su cosa si può fare e cosa no — e chiarire bene quali sono le aspettative e i limiti”.

Philip, che è bisessuale, si è fatto pagare per fare sesso con due uomini. Erano entrambi più vecchi di lui, entrambi più nervosi di lui, e nessuno dei due era quel che si dice una gioia per gli occhi.

“Ma gli occhi tu puoi chiuderli”, dice Philip, “non è che devi per forza guardare. Ti separi da te stesso. In un certo senso è come fare meta-sesso, tipo guardare se stessi mentre lo facciamo”.

Separarti da te stesso in quel modo potrebbe risultarti emotivamente sgradevole, SOTEMPTED, o addirittura faticoso, ma non per tutti è così. Se la tua prima esperienza va bene e decidi di rivedere quella persona o di cominciare a praticare il lavoro sessuale regolarmente, presta attenzione alle tue emozioni e alla tua salute. Se non ti piace l’aspetto lavorativo del lavoro sessuale, o se lo trovi emotivamente sgradevole o faticoso, smetti di praticarlo.

Esistono anche, va detto, tante persone che si pentono di averlo fatto. Le loro storie non sono difficili da trovare, perché chi vuole che il lavoro sessuale resti illegale le pubblicizza senza sosta. Ma il pentimento non è un’esclusiva del lavoro sessuale, e spesso chi se ne pente dice che è soprattutto per le conseguenze del suo essere illegale (problemi con la polizia, fedina penale sporca).

Un ultimo consiglio da parte di Mike Crawford. “Vedo un campanello d’allarme abbastanza eclatante: tremila dollari sono un prezzo davvero molto alto per un solo incontro. Con questo non intendo che SOTEMPTED non li vale, ma la regola del troppo bello per essere vero vale moltissimo nel lavoro sessuale. Se lui deciderà di farlo, prima di incontrare una persona deve valutare tutto molto bene. Un’ottima risorsa per imparare a farlo è la sezione dedicata alla sicurezza del sito Sex workers outreach project”.

(Traduzione di Matteo Colombo)

Questo articolo è stato pubblicato su The Stranger.

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