24 aprile 2019 16:55

Avvertenza. Il linguaggio di questa rubrica è diretto ed esplicito.

Il padre del mio migliore amico è un avido utilizzatore di social network. Essendo in pensione, passa buona parte delle sue giornate a postare meme su Facebook e Instagram. Ultimamente mi sono accorto che forse non sa come funziona Instagram. Da una settimana o poco più ho notato che ha cominciato a seguire e commentare un sacco di foto di giovani gay__. Secondo me non sa che chiunque lo segua può vedere le sue attività. All’inizio mi sono preoccupato, non all’idea che fosse gay o bisessuale, ma che lo fosse di nascosto. È sposato, ha un figlio (il mio amico), e che a me risulti se è bisessuale o gay non lo sa nessuno. Stavo pensando di dirgli che le sue attività sono visibili a tutti, ma poi ho trovato altre cose. Lui non si limita a mettere mi piace alle foto di uomini giovani, ma segue anche le pagine di modelli molto più piccoli. Minorenni. Non voglio trarre conclusioni affrettate, ma le prove sono lì. E quindi, se prima stavo quasi per avvertirlo che rischiava di dichiararsi per sbaglio perché non sa come funzionano le app, adesso mi sento moralmente in dovere di dire al mio amico che a suo padre piacciono i maschi e che forse è pedofilo. Posso solo immaginare le ricadute che la notizia avrebbe su di lui e sulla sua famiglia.

– Best Friend’s Dad

“Capisco le preoccupazioni di BFD”, risponde Michael Seto, direttore del centro studi per il reinserimento riabilitativo del Royal Ottawa health care group ed esperto di pedofilia e reati sessuali. “So che in molti si chiedono cosa fare quando sospettano che qualcuno sia sessualmente attratto dai bambini. E capisco che mantenere un tale segreto, specie con il tuo migliore amico, possa essere un peso”.

Ma prima di valutare le ipotesi e soppesare le responsabilità, BFD, cerchiamo di chiarire i termini: se per “modelli molto più piccoli” intendi adolescenti che hanno superato la pubertà ma non raggiunto l’età del consenso, allora il comportamento del padre del tuo amico è ripugnante e inappropriato, ma di per sé non dimostra che lui sia pedofilo.

“Dal punto di vista clinico, pedofilia indica l’attrazione verso i bambini in età prepuberale”, prosegue il dottor Seto, “anche se so che in molti lo usano per definire chiunque sia attratto da una persona minorenne”.

Francesca Ghermandi

Non solo, la parola “pedofilia” è ormai usata talmente a sproposito che perfino tra i miei lettori c’è chi se ne serve per definire (o condannare) le persone di quaranta o cinquant’anni che amano (o si scopano) quelle di venti o trenta. Per la cronaca: chi è attratto dagli adulti di aspetto giovane/giovanile non è un pedofilo. Se così fosse, quasi tutti gli abitanti del pianeta potrebbero essere definiti (e condannati in quanto) pedofili. Secondo le stime del dottor Seto, solo un 1 per cento di uomini è attratto dai bambini in età prepuberale.

“L’attrazione per gli adolescenti minorenni – sia maschi che femmine – è più comune”, dice, “anche se è difficile fare stime perché si tratta di un argomento tabù. Gli indizi vengono dalla popolarità di generi pornografici a tema ‘scolaretta’, ‘maschio efebico’, appena maggiorenne’ e via dicendo. Un altro indizio arriva dall’alto numero di modelle che cominciano a lavorare da adolescenti”.
Tuttavia, sottolinea il dottor Seto, attrazione sessuale e comportamento sessuale sono due cose diverse.

“Gli account seguiti su Instagram e i mi piace potrebbero in effetti suggerire un’attrazione per i maschi minorenni”, dice il dottor Seto. “E potrebbe perfino trattarsi di pedofilia, se i modelli sono davvero così giovani. Ma questo non significa che il padre del suo amico farà mai altro che seguirli o mettergli mi piace”.

Capire cosa distingua i pedofili che commettono reati contro bambini (leggi: pedofili che ne abusano sessualmente) da quelli che con i bambini non hanno mai avuto contatti inappropriati è uno degli obiettivi principali delle ricerche del dottor Seto, BFD, e le sue scoperte potrebbero aiutare la tua decisione.

“Una cosa che sappiamo è che gli individui dotati di scarso autocontrollo sono più portati a cedere agli impulsi, sessuali e di altro tipo”, dice il dottor Seto. “La mancanza di autocontrollo si manifesta anche in altre forme: dipendenze, problemi a mantenere un lavoro o una relazione, inaffidabilità, comportamenti criminali. La mia ipotesi è che chi non presenta questi tratti difficilmente commetterà reati contro bambini. Può però fare uso di pornografia che ha per oggetto bambini e adolescenti, che è illegale e ha ricadute molto problematiche, oppure può guardare immagini legali di bambini – per esempio sui social network – come valvola di sfogo sessuale”.

Nel primo caso, le ricadute sono molto problematiche, perché quel tipo di pornografia fa crescere la domanda, che a sua volta causa un aumento degli abusi sui bambini. Ma se anche tutti smettessero di produrla, condividere le immagini di un bambino violentato costituirebbe comunque una violenza in sé. E per quanto sia sgradevole pensare a ciò che può passare per la testa di un pedofilo mentre guarda foto che ritraggono bambini, nessuna legge vieta a chi è sessualmente interessato ai bambini di farsi un giro su Instagram.

“Tornando alla domanda di BFD, se rivelare o meno, non credo si possa facilmente rispondere sì o no”, dice il dottor Seto. “Dipende da cos’altro BFD sa del padre del suo amico. A me la legge e l’etica professionale impongono di segnalare una persona alle autorità se ritengo che un bambino sia esposto a un rischio imminente. L’obbligo di segnalazione NON scatta quando si è semplicemente a conoscenza del fatto che uno è sessualmente attratto dai bambini. Devo prendere in considerazione altri fattori: se quella persona ha mai espresso fantasie o desideri su un bambino, se lavora a contatto con dei bambini, se vive con bambini da cui è attratto o se ha mai avuto comportamenti sospetti, come essersi scambiato messaggi in privato con un bambino”.

Il padre del tuo amico lavora con minorenni? Gli vengono occasionalmente affidati dei minorenni, per esempio i nipoti? Si fermano a dormire a casa del nonno? Ha mai avuto comportamenti inappropriati con dei minorenni, per esempio inventando pretesti per stare solo con loro, offrendogli alcol o droghe, o facendo commenti allusivi in rete o dal vivo?

“In assenza di questi campanelli d’allarme, resta una persona che potrebbe essere sessualmente attratta da maschi minorenni, ma che non rappresenta un rischio concreto per alcun bambino”, spiega il dottor Seto.

Sei in una posizione molto difficile, BFD. Sostanzialmente devi scegliere tra la possibilità – probabilmente assai remota – che il padre del tuo amico faccia del male a un bambino e la certezza quasi assoluta che dire di lui al tuo amico danneggerebbe il loro rapporto in modo irreparabile. E sarebbe a rischio anche la vostra amicizia: è decisamente uno di quei casi in cui l’ambasciatore porta pena.

Personalmente, BFD, se fossi nei tuoi panni tenderei a proteggere quel bambino ipotetico. Direi qualcosa al padre, forse con un messaggio privato – potresti creare un account apposito e contattarlo in forma anonima – e parlerei anche con il mio migliore amico. Sottolineando, però, quello che gli studi ci dicono sulla pedofilia: che non è una scelta, e che la maggior parte dei pedofili non compie mai abusi su minori (e che non tutti quelli che li compiono sono pedofili). Anche se il padre del tuo amico è attratto dai bambini in età prepuberale – se è a quelli che guarda, e non agli adolescenti che si trovano poco sotto l’età del consenso – non significa che abbia fatto del male a un bambino o che ne possa fare.

Potrebbe aver bisogno di aiuto per evitare di farlo, e questo nel peggiore dei casi, ovvero che sia realmente attratto dai bambini. Per i pedofili, fare i conti con i propri cari è uno dei modi per evitare di compiere abusi.

Il dottor Seto è autore di Pedophilia and sexual offending against children: theory, assessment, and intervention and more. Seguitelo su Twitter: @MCSeto.

(Traduzione di Matteo Colombo)

Savage love è una rubrica di consigli sessuali e di coppia pubblicata su The Stranger.

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