17 settembre 2016 14:12

Il processo di fecondazione è più flessibile di quanto immaginato. Un gruppo di ricercatori inglesi e tedeschi ha studiato nei topi le fasi che portano la cellula uovo e lo spermatozoo a unire il proprio dna per creare un nuovo individuo. Hanno così scoperto che alcune tappe della fecondazione sono separate in modo non del tutto rigido.

Il processo della fecondazione, cioè dell’unione e poi della fusione della cellula uovo con lo spermatozoo, è conosciuto solo in parte. Una tappa fondamentale è la trasformazione del dna contenuto nello spermatozoo. Questa trasformazione avviene quando lo spermatozoo entra nella cellula uovo. Con questa ricerca Anthony Perry e colleghi hanno scoperto che la modifica del dna può avvenire successivamente.

I ricercatori hanno indotto una cellula uovo a cominciare lo sviluppo embrionale senza lo spermatozoo. Poi hanno iniettato nelle cellule così ottenute, a uno stadio embrionale molto precoce e vitali per poco tempo, il nucleo dello spermatozoo con il dna. In circa un quarto dei casi, l’embrione si sviluppava in un topo normale. Gli autori dello studio, pubblicato sulla rivista Nature Communications, hanno quindi dedotto che la trasformazione del dna paterno può avvenire anche in un momento successivo, quando la cellula uovo ha già cominciato il percorso di sviluppo. Non è però chiaro quale sia il meccanismo cellulare, fondamentale, che porta alla trasformazione del dna dello spermatozoo.

Il Guardian riporta gli scenari futuristici suggeriti dagli autori di questo studio e le opinioni espresse da Perry: “Quello di cui stiamo parlando sono modi differenti di produrre embrioni. Pensate che potreste prendere le cellule della pelle e farne embrioni? Sarebbe molto utile”. L’uso delle cellule della pelle, invece delle cellule uovo, rimane al momento fortemente congetturale, scrive però il giornale.

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