Il senato ha approvato la riforma della scuola

Il senato ha approvato la riforma della scuola con 159 voti a favore, 112 contrari e nessun astenuto. Nel momento in cui il presidente Pietro Grasso ha annunciato l’esito del voto di fiducia si sono levati fischi e urla di protesta. Le organizzazioni sindacali e l’Unione degli studenti hanno organizzato una serie di proteste davanti al ministero dell’istruzione. Il testo passa ora alla camera

La riforma della scuola va bene, anche se non va bene

Qualsiasi discorso prende una piega diversa, a seconda che si parli o che si scriva, ma mi pare che nel discorso sulla scuola la forbice sia sorprendentemente ampia. Forse perché è un discorso strano in partenza: uno dei pochi in relazione ai quali il parere dei non esperti non è solo più interessante ma anche, spesso, più fondato di quello degli esperti.  Leggi

La maggioranza vota compatta la fiducia a Renzi sulla scuola

La riforma della buona scuola ha superato il primo esame, quello del senato. L’aula di palazzo Madama ha confermato con ampio margine la fiducia al governo sul maxiemendamento presentato due giorni fa in commissione dai due relatori del disegno di legge: Francesca Puglisi del Partito democratico e Franco Conte di Area popolare. Il provvedimento verrà discusso alla camera il 7 luglio e l’approvazione definitiva dovrebbe avvenire entro pochi giorni, visto che a Montecitorio l’esecutivo può contare su una larga maggioranza.

Anche al senato, intanto, i numeri hanno accordato un buon margine al governo di Matteo Renzi. I voti a favore sono stati 159, quelli contro 112. Nessuno si è astenuto. La maggioranza ha tenuto – come era previsto – e il Partito democratico ha votato per l’approvazione quasi senza defezioni della sua minoranza interna. Solo i senatori Roberto Ruta, Walter Tocci, Corradino Mineo e Felice Casson sono usciti dall’aula.

La decisione di porre la fiducia sulla riforma, vincolandone l’apporvazione alla tenuta dell’esecutivo, ha quindi funzionato. Questa scelta, però, ha provocato forti proteste da parte delle opposizioni durante tutta la seduta. Le dichiarazioni di voto, la chiama dei senatori e la lettura del risultato del voto da parte del presidente Pietro Grasso sono state accompagnate da fischi e urla.

Intanto tra flash mob e sit-in di protesta, il mondo della scuola contrario alla riforma si è mobilitato per tutto il giorno. Un gruppetto di insegnanti è riuscito ad arrivare fin sotto a palazzo Madama, il cui ingresso è stato blindato da un cordone di forze dell’ordine.

Il senato ha approvato la riforma della scuola con 159 voti a favore e 112 contrari. Nessun astenuto. Il testo passa alla camera. Senato

Il senato ha approvato la riforma della scuola con 159 voti a favore e 112 contrari. Nessun astenuto. Nel momento in cui il presidente Pietro Grasso ha annunciato l’esito del voto di fiducia si sono levati fischi e urla di protesta. Il testo passa ora alla camera. Senato

Il senato italiano vota dalle 16 la fiducia sulla riforma della scuola

E’ terminata nell’aula del Senato la discussione generale sulla riforma della scuola su cui il governo ha posto la fiducia. Iniziano ora le dichiarazioni di voto.

Il disegno di legge La buona scuola in sei punti

Oggi dalle 16 il senato vota la fiducia al governo sul disegno di legge La buona scuola, il cui testo è stato modificato con il maxiemendamento presentato due giorni fa e che secondo il governo viene incontro alle richieste di modifica presentate dall’opposizione. Ecco cosa prevede il disegno di legge. Leggi

Proteste contro la riforma della scuola nel giorno della fiducia al senato

Nella giornata in cui il senato deve votare il testo del disegno di legge sulla riforma della scuola, vincolato a una mozione di fiducia per il governo, le organizzazioni sindacali e l’Unione degli studenti hanno organizzato una serie di proteste davanti al ministero dell’istruzione e in altri luoghi di Roma. Davanti al ministero sono stati esposti striscioni con scritto “No alla buona scuola di Renzi” e “Fiducia nel palazzo, sfiducia nelle scuole”.

La riforma della scuola arriva in aula al senato

La riforma della scuola arriva in aula. I senatori sono convocati alle 16.30 per cominciare a discutere il disegno di legge approvato dal consiglio dei ministri. Il voto sul testo, accompagnato ormai da un solo emendamento, è fissato per domani e sarà vincolato ad una mozione di fiducia per il governo di Matteo Renzi. La prima approvazione è quindi praticamente scontata. La riforma passerà poi alla camera. La discussione nell’aula di Montecitorio è stata fissata per il 7 luglio. Se tutto va liscio, insomma, il ddl si trasformerà in legge prima dell’estate, consentendo l’assunzione di 100mila insegnanti precari per il prossimo anno scolastico.

Dopo settimane di proteste e manifestazioni, la discussione sul ddl soprannominato dall’esecutivo ‘buona scuola’ si era arenata in commissione, dove erano stati presentati circa tre mila emendamenti. Le proposte di modifica venivano dalle opposizioni, ma anche dalla minoranza del Partito democratico. Per sbloccare la discussione, tagliare i tempi e mandare direttamente il testo in aula, i relatori hanno scritto un maxiemendamento. L’unico modo per approvare la riforma entro l’estate, per la maggioranza. Un atto di forza secondo opposizioni e sindacati.

Il governo ha autorizzato la fiducia sulla riforma della scuola

Il consiglio dei ministri ha autorizzato la fiducia sul disegno di legge per la riforma della scuola, ma “se il dibattito parlamentare sarà tranquillo non la porremo”. Lo ha precisato in conferenza stampa a palazzo Chigi il premier Matteo Renzi, al termine del consiglio dei ministri.

Con il maxiemendamento il governo ha tentato di farsi carico delle diverse posizioni, ha sottolineato Renzi, e “se andrà in porto la riforma ci saranno 100mila assunzioni e più soldi ai professori” mentre “se non va in porto verranno assunti solo i 20-25mila previsti dal turn over”. I senatori, ha proseguito il presidente del consiglio, devono avere bene chiara l’alternativa e poi decidere “se fare ostruzionismo o scommettere sul futuro del paese”.

La riforma della scuola domani in aula al senato, la fiducia entro giovedì

Il disegno di legge di riforma della scuola approderà domani pomeriggio in aula al senato. Sarà portato all’esame dell’assemblea il testo uscito dalla Camera, su cui saranno formulate una serie di proposte di modifica da parte dei senatori che in commissione svolgono la funzione di relatori – Francesca Puglisi (Partito democratico) e Franco Conte (Alleanza per l’Italia) – riunite in un unico emendamento su cui il governo porrà la questione di fiducia entro giovedì.

Allo scopo di velocizzare l’iter della legge, infatti, i relatori hanno depositato un testo di sintesi e mediazione, che ha la forma di un maxiemendamento e che accoglie alcune modifiche dei gruppi parlamentari di opposizione. Il compromesso trovato dai due relatori prevede centomila assunzioni entro il prossimo mese di agosto e lo slittamento di una parte della riforma al 2016/2017. Ma, di fronte al rifiuto delle minoranze di ritirare la grande mole di emendamenti presentati (circa 3mila), il governo ha scelto la strada della fiducia.

Al termine dell’ufficio di presidenza, i senatori Gian Marco Centinaio (Lega nord) e Loredana De Petris (Sinistra e libertà) hanno riferito che l’obiettivo del governo è quello di votare la fiducia entro giovedì. Successivamente il provvedimento ritornerà all’esame della Camera. Il termine per la presentazione degli emendamenti in aula è già stato fissato per domani alle 19. Durissima la reazione delle opposizioni, mentre una cinquantina di attivisti e militanti di associazioni del mondo della scuola hanno manifestato vicino a palazzo Madama, in piazza delle Cinque Lune, per chiedere il ritiro del disegno di legge con lo slogan: “Difendiamo la scuola pubblica dal bullismo di Renzi”.

La maggioranza accorpa gli emendamenti sulla riforma della scuola

I relatori del disegno di legge sulla riforma della scuola pubblica hanno presentato alla commissione del senato che sta esaminando il testo un emendamento unico che stralcia tutti i tremila presentati dalle opposizioni. L’Ufficio di presidenza di palazzo Madama deciderà domani come fare proseguire i lavori per l’approvazione del testo.

L’accorpamento delle proposte di modifica permette infatti di troncare la discussione nella commissione istruzione del senato, che si era arenata la settimana scorsa, e consente di mandare direttamente in aula il disegno di legge così come è uscito dal consiglio dei ministri, corollato solo dall’emendamento riassuntivo. In aula, il governo potrebbe chiedere la fiducia per accorciare ulteriormente i tempi.

Secondo la maggioranza, è l’unico modo per non fare slittare l’approvazione della riforma e con essa l’assunzione di 100mila insegnanti precari. Secondo le opposizioni, si tratta invece di una prova di forza della maggioranza, a cui chiedevano di continuare l’esame degli emendamenti in commissione per modificare profondamente la riforma e di stralciare il capitolo sulle assunzioni per portarlo avanti in modo autonomo e rapido.

Il governo va verso la prova di forza sulla riforma della scuola

E adesso, povera buona scuola? Con un occhio alla tv e un altro ai social network, i senatori incaricati di votare la riforma del sistema scolastico sono piombati in una situazione di stallo totale. Mentre la commissione bilancio, al rallentatore, prosegue nelle analisi delle compatibilità economiche, la commissione cultura prende tempo. Leggi

Cosa ha detto Renzi a Porta a porta

La discussione sulla riforma della scuola è in stallo. La commissione istruzione del senato ha sospeso i lavori come conseguenza alle dichiarazioni di Matteo Renzi a Porta a porta. Ecco cosa ha detto il premier su scuola, Ignazio Marino e migranti. Leggi

L’aut aut di Renzi sull’assunzione dei precari della scuola

Il presidente del consiglio Matteo Renzi, intervenendo a Porta a porta, ha minacciato di far slittare al 2016 la riforma della scuola, e insieme alla riforma, anche l’assunzione di centomila precari contenuta nel disegno di legge.

Renzi ha accusato le opposizioni di aver proposto troppi emendamenti e in questo modo di aver rallentato i tempi di approvazione della legge. Il termine per approvare la legge in modo che possa essere applicata dal prossimo anno scolastico che comincia il 1 settembre è il 30 giugno.

Dopo l’annuncio di Renzi, in serata, è arrivata una nota del Partito democratico che chiede alla minoranza del Pd di ritirare tutti gli emendamenti presentati in modo da permettere l’approvazione della legge in senato nei prossimi tre giorni.

“Nei prossimi tre giorni la minoranza può lavorare a togliere o ridurre gli emendamenti in commissione per consentire alla riforma di essere approvata nei tempi stretti che ci sono” e dunque procedere alle assunzioni dei precari”, c’è scritto nella nota.

“Renzi accetta l’idea di riaprire il confronto con il mondo della scuola. È una scelta giusta. La riforma va fatta con insegnanti e studenti”, ha commentato su Twitter l’ex capogruppo del Pd alla camera Roberto Speranza. Mentre il presidente della commissione istruzione del senato, il renziano Andrea Marcucci aggiunge che “se il ddl ha raccolto tante ostilità, molte ingiustificate, è una buona idea quella di rifare il punto con una conferenza nazionale aperta a tutti, e non ristretta a qualche vertice di Palazzo. A luglio il testo dell’esecutivo sarà nelle condizioni di ripartire, magari con qualche consenso in più e qualche emendamento in meno”.

Durissima la reazione delle opposizioni da Sel al Movimento 5 stelle. “Abbiamo chiesto decine di volte lo stralcio della parte relativa alla stabilizzazione dei docenti precari, dicendo che avremmo votato anche noi subito un decreto per la loro assunzione “, attacca Nicola Fratoianni coordinatore nazionale di Sel . “Renzi non provi neanche a buttare la responsabilità dell’incapacità del governo sulle opposizioni e sul parlamento”, aggiunge.

L’approvazione del disegno di legge era prevista per metà giugno, invece sono cominciate le votazioni degli emendamenti in commissione cultura al senato solo ieri.

Matteo Renzi annuncia lo slittamento dell’assunzione dei precari della scuola

“Quest’anno con tremila emendamenti in commissione non si riesce ad assumere i centomila precari a settembre. Le scelte dell’opposizione hanno come conseguenza che il provvedimento non riuscirà a entrare in vigore in tempo per settembre”, ha annunciato il presidente del consiglio Matteo Renzi a Porta a porta.

“Faccio tesoro del suggerimento di Lula: se sei convinto di aver ragione ma hai l’opinione pubblica contro fai una conferenza nazionale, racconti la tua proposta, ascolti le critiche e poi decidi. A inizio luglio faccio una conferenza sulla scuola, sento tutti, dai sindacati alle famiglie per un giorno e dopo si decide”, ha detto Matteo Renzi.

La riforma della scuola ha perso i suoi superpoteri

Sono ore decisive non solo per i 490mila studenti alla vigilia della maturità, ma anche per la riforma della scuola. La commissione cultura del senato è convocata per la notte prima degli esami, cioè alle 20.30 del 16 giugno. Dagli slogan iniziali della Buona scuola in dodici punti, al disegno di legge approvato in consiglio dei ministri, al testo che la camera ha corretto e trasmesso al senato, molti sono gli oggetti smarriti e molti quelli assai cambiati. Leggi

Abbonati a Internazionale per leggere l’articolo.
Gli abbonati hanno accesso a tutti gli articoli, i video e i reportage pubblicati sul sito.
Black Friday Promo