Un ricercatore analizza le zanzare portatrici del virus della chikungunya in un laboratorio ad Acapulco, in Messico. (Pedro Pardo, Afp)

Il 9 novembre gli Stati Uniti hanno approvato il primo vaccino contro la chikungunya, una malattia trasmessa dalle zanzare, ha affermato la Food and drug administration (Fda).

Il vaccino, che è stato sviluppato dall’azienda biotecnologica europea Valneva e sarà commercializzato con il nome di Ixchiq, è stato approvato per le persone di età superiore ai diciotto anni maggiormente esposte al virus, ha precisato l’Fda.

Il virus responsabile della chikungunya, trasmesso agli esseri umani da zanzare infette, provoca febbre, cefalea e dolori articolari. A volte i sintomi permangono per mesi o addirittura anni, ma i decessi sono rari.

La malattia è diffusa soprattutto nelle regioni tropicali, in particolare in Africa, nel sudest asiatico e in alcune zone delle Americhe.

Ultimamente però ha cominciato a diffondersi anche in altre regioni, e i casi sono in aumento nel mondo, ha dichiarato l’Fda, evocando una “minaccia crescente per la salute globale”. Alcuni casi sono stati segnalati anche in Europa.

La Valneva ha presentato una richiesta di autorizzazione anche all’Agenzia europea per i medicinali (Ema).

Due sperimentazioni cliniche

Secondo l’Fda, negli ultimi quindici anni ci sono stati più di cinque milioni di casi.

“La malattia può causare problemi di salute gravi e duraturi, soprattutto negli anziani e nelle persone con altre patologie”, ha spiegato Peter Marks dell’Fda in un comunicato stampa.

Il virus può anche essere trasmesso a un neonato dalla madre, con esiti a volte fatali.

Il vaccino, somministrato in un’unica dose, contiene una piccola quantità del virus, secondo una tecnica ormai consolidata.

In Nordamerica sono state condotte due sperimentazioni cliniche, che hanno coinvolto migliaia di volontari. È emerso che i principali effetti collaterali sono cefalea, affaticamento, dolori muscolari e nausea.

In casi rari sono state registrate conseguenze più serie, ha dichiarato l’Fda. Due partecipanti sono stati ricoverati in ospedale.

Attualmente non esistono cure per la malattia. I medici si limitano ad alleviare la febbre e il dolore usando farmaci comuni come il paracetamolo, abbinati a una buona idratazione e al riposo.