John Lee, il capo dell’esecutivo di Hong Kong. (Isaac Lawrence, Afp)

Il tasso di partecipazione alle elezioni distrettuali del 10 dicembre a Hong Kong, riservate ai “patrioti” e senza candidati d’opposizione, è stato del 27,54 per cento, il più basso mai registrato.

Secondo i dati definitivi pubblicati l’11 dicembre, solo 1,2 milioni di elettori su 4,3 milioni sono andati alle urne.

Finora l’affluenza più bassa registrata dopo il ritorno dell’ex colonia britannica alla Cina, nel 1997, era stata del 35,82 per cento nel 1999.

Sei persone sono state arrestate durante le operazioni di voto, che sono state prorogate di un’ora e mezza. Il presidente della commissione per gli affari elettorali David Lo ha affermato che la proroga non è stata decisa per la scarsa affluenza ma per un problema tecnico.

Le autorità avevano cercato di convincere gli abitanti ad andare a votare tappezzando la metropoli di manifesti elettorali.

Le ultime elezioni per i consigli distrettuali si erano svolte al culmine del grande movimento di protesta per la democrazia del 2019. L’affluenza record del 71 per cento aveva portato a una vittoria schiacciante dei candidati pro-democrazia.

“È giusto che siano i patrioti a governare Hong Kong”, ha dichiarato Lee, un ingegnere civile che si è presentato al seggio per votare. “Il fatto che alcuni candidati siano stati esclusi non è un problema”.

In base alle nuove regole introdotte a maggio, il numero dei seggi assegnati tramite scrutinio diretto è stato ridotto da 462 a 88. I restanti 382 seggi sono attribuiti direttamente dalle autorità.

Le candidature dovevano essere approvate da tre comitati nominati dall’esecutivo locale, cosa che di fatto ha escluso l’opposizione.

John Lee, il capo dell’esecutivo di Hong Kong, ha affermato che le elezioni sono “il tassello che mancava per garantire che il territorio sia governato dai patrioti”, riferendosi alla dottrina imposta da Pechino dopo le manifestazioni del 2019, che prevede la repressione di qualunque forma di dissenso.

“D’ora in poi i consigli distrettuali non saranno più strumenti per boicottare i provvedimenti dell’esecutivo, promuovere l’indipendenza di Hong Kong e mettere in pericolo la sicurezza nazionale”, ha aggiunto Lee.

“Dato umiliante”

I consiglieri dei diciotto distretti di Hong Kong si occupano principalmente della gestione dei servizi locali, tra cui trasporti e rifiuti.

“La scarsa affluenza riflette il malcontento della popolazione e dimostra la debole capacità di mobilitazione dell’esecutivo”, ha affermato l’11 dicembre John Burns, professore dell’università di Hong Kong.

“È un dato umiliante per le autorità”, ha dichiarato Kenneth Chan, politologo dell’Università battista di Hong Kong.

Secondo i mezzi d’informazione locali, le autorità hanno schierato dodicimila poliziotti per reprimere eventuali iniziative di protesta durante il voto. Alla fine sono state arrestate sei persone, fra cui tre membri della Lega dei socialdemocratici e l’attivista per la democrazia Koo Sze-yiu, 77 anni.