Una manifestazione in solidarietà con il popolo palestinese a Sanaa, la capitale dello Yemen, controllata dai ribelli huthi. (Mohammed Huwais, Afp)

Una coalizione di dodici paesi guidata dagli Stati Uniti ha chiesto il 3 gennaio ai ribelli huthi dello Yemen, sostenuti dall’Iran, di “cessare immediatamente” gli attacchi alle navi mercantili nel mar Rosso per evitare di “pagarne le conseguenze”.

Gli attacchi delle ultime settimane nel mar Rosso, dove transita il 12 per cento del commercio marittimo mondiale, hanno spinto alcuni giganti del settore a modificare le rotte delle loro navi, facendo lievitare i costi di trasporto.

“Diciotto aziende del trasporto marittimo hanno deciso di circumnavigare l’Africa, passando per il capo di Buona Speranza, per evitare possibili attacchi”, ha affermato Arsenio Domínguez, segretario generale dell’Organizzazione marittima internazionale (Imo).

Gli huthi hanno rivendicato il 3 gennaio un attacco contro una nave dell’azienda francese Cma Cgm.

Poche ore prima le forze armate statunitensi avevano accusato gli huthi di aver lanciato la sera del 2 gennaio due missili vicino allo stretto di Bab el Mandeb, che separa la penisola arabica dal continente africano, in un’area in cui navigavano alcune navi mercantili, “senza causare danni”.

L’attacco del 2 gennaio è stato il ventiquattresimo dalla metà di novembre, secondo lo United States central command (Centcom).

“Chiediamo l’immediata cessazione di questi attacchi illegali e il rilascio delle navi e degli equipaggi detenuti illegalmente”, ha dichiarato la coalizione di dodici paesi in un comunicato diffuso dalla Casa Bianca.

“Se gli huthi continueranno a minacciare vite umane e il commercio internazionale ne pagheranno le conseguenze”, si legge nella dichiarazione.

I firmatari sono Stati Uniti, Australia, Bahrein, Canada, Belgio, Germania, Italia, Giappone, Nuova Zelanda, Regno Unito, Danimarca e Paesi Bassi.

Secondo Washington, i missili usati dagli huthi “provengono chiaramente dall’Iran”.

Solidarietà con la Striscia di Gaza

Teheran ha più volte smentito di fornire missili ai ribelli yemeniti, che dal 2014 sono in guerra con le forze governative e controllano una parte del paese, che è il più povero della penisola arabica.

Gli huthi sostengono di portare avanti i loro attacchi, condotti con missili e droni, in solidarietà con gli abitanti della Striscia di Gaza.

Gli Stati Uniti hanno schierato nella regione la portaerei Uss Dwight D. Eisenhower, mentre il Regno Unito ha inviato il cacciatorpediniere Hms Diamond.

Alcuni missili e droni degli huthi sono stati abbattuti dalle navi da guerra statunitensi, francesi e britanniche presenti nell’area.

Il 31 dicembre l’esercito statunitense ha annunciato di aver affondato tre navi degli huthi dopo un attacco a una nave portacontainer dell’azienda danese Maersk. Dieci ribelli sarebbero rimasti uccisi.