Villers-le-Lac, Francia, ottobre 2023. (Arnaud Finistre, Afp)

Com’era ampiamente previsto, il 2023 è diventato l’anno più caldo mai registrato, avvicinandosi alla soglia degli 1,5 gradi in più rispetto all’era preindustriale, fissata come limite dall’accordo di Parigi.

Con una temperatura media globale di 14,98 gradi, il 2023 ha superato di 1,48 gradi la media dell’era preindustriale (1850-1900), ha annunciato il 9 gennaio il servizio europeo sul cambiamento climatico di Copernicus (C3s). Il nuovo record ha superato di ben 0,17 gradi il precedente, stabilito nel 2016.

Il riscaldamento globale, causato dalle emissioni di gas serra dovute alle attività umane, ha alimentato quest’anno una lunga serie di catastrofi climatiche, tra cui gli incendi devastanti in Canada, i gravi episodi di siccità nel Corno d’Africa e in Medio Oriente, e le ondate di caldo senza precedenti in quasi tutti i continenti.

“Temperature simili non si registravano sulla Terra da almeno centomila anni”, ha commentato Samantha Burgess del C3s. Le temperature del passato possono essere ricavate grazie all’analisi degli anelli degli alberi e dei campioni di ghiaccio.

Il rapporto annuale del C3s è stato pubblicato circa un mese dopo la conclusione dalla conferenza delle Nazioni Unite sul clima (Cop28), che ha aperto la strada a una graduale eliminazione dei combustibili fossili, causa principale del riscaldamento globale, senza però fissare un calendario preciso.

Secondo il C3s, la soglia degli 1,5 gradi relativa agli ultimi dodici mesi potrebbe essere superata già a gennaio o a febbraio, ma per affermare che è stata superata definitivamente bisogna effettuare misurazioni su un periodo di almeno vent’anni.

Secondo gli esperti del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Ipcc), per evitare il superamento della soglia le emissioni dovrebbero diminuire del 43 per cento rispetto ai livelli del 2019 entro il 2030, ma il calo non è ancora cominciato.

In base alle stime dell’Ipcc, c’è un 50 per cento di probabilità che la soglia sia raggiunta entro il 2030-2035.

“Nel 2023, per la prima volta, ogni giorno dell’anno è stato più caldo di almeno un grado rispetto all’era preindustriale”, si legge nel rapporto del C3s. “A novembre due giorni hanno superato la soglia dei due gradi”.

Le temperature del 2023 sono state in parte alimentate dal fenomeno climatico periodico del Niño, che causa un forte riscaldamento delle acque dell’oceano Pacifico.

Negli ultimi nove mesi anche le temperature degli oceani hanno registrato livelli record, minacciando la vita marina e aumentando l’intensità delle tempeste.

L’aumento delle temperature sta anche accelerando lo scioglimento della banchisa artica e antartica, fondamentale per evitare un aumento catastrofico del livello del mare.

“Ci stiamo allontanando sempre di più dal clima che ha permesso alla civiltà umana di svilupparsi”, ha avvertito Carlo Buontempo, il direttore del C3s.