Quetta, Belucistan, 15 aprile 2024. (Banaras Khan, Afp)

Almeno 41 persone sono morte nelle tempeste, accompagnate da forti piogge e fulmini, che dal 12 aprile si sono abbattute sul Pakistan, uno dei paesi più a rischio per la crisi climatica. Di queste, 28 sono state uccise dai fulmini.

L’Ndma, l’ente nazionale per la gestione dei disastri naturali, ha emesso un’allerta per possibili frane e alluvioni improvvise, mentre il servizio meteorologico ha avvertito che sono previsti altri giorni di forti piogge in gran parte del paese.

La provincia orientale del Punjab, che ha 240 milioni di abitanti, ha subìto le maggiori perdite di vite umane, con ventuno persone uccise dai fulmini.

Nella provincia sudoccidentale del Belucistan sono morte almeno otto persone, sette delle quali colpite dai fulmini.

In alcune zone del Belucistan le scuole sono rimaste chiuse il 15 e il 16 aprile a causa degli allagamenti.

Nella provincia meridionale del Sindh quattro persone sono morte in incidenti stradali legati alle piogge torrenziali, hanno affermato le autorità locali.

Le forti piogge hanno anche fatto crollare alcune case, causando la morte di otto persone, tra cui quattro bambini, nella provincia nordoccidentale di Khyber Pakhtunkhwa.

Più di 1.700 morti nel 2022

Il Pakistan è considerato uno dei paesi più minacciati dall’aumento dell’intensità e della frequenza degli eventi climatici estremi.

La stagione dei monsoni, che comincia a giugno, è essenziale per ripristinare le riserve idriche dell’Asia meridionale, a cui contribuisce con il 70-80 per cento delle precipitazioni annue, ma causa anche gravi alluvioni e frane.

Nell’estate del 2022 alluvioni senza precedenti hanno sommerso un terzo del territorio del Pakistan, colpendo più di trentatré milioni di persone e causando più di 1.700 vittime.