L’ex presidente statunitense Donald Trump in tribunale a New York, il 6 maggio 2024. (Peter Foley, Pool)

Il 6 maggio il giudice del processo penale di Donald Trump a New York ha avvertito l’ex presidente che rischia il carcere per le ripetute violazioni del divieto di attaccare verbalmente testimoni e giurati.

Lo stesso giorno la procura ha affermato che ci vorranno ancora un paio di settimane per ascoltare tutti i testimoni di questo processo senza precedenti a un ex presidente degli Stati Uniti.

“Hanno bisogno di altre due o tre settimane”, ha affermato con toni sarcastici il candidato repubblicano alle presidenziali di novembre, denunciando ancora una volta “interferenze elettorali”.

“E il giudice è ben felice di concedergliele perché così mi tengono lontano dalla campagna elettorale”, ha aggiunto.

All’apertura dell’udienza il giudice Juan Merchan ha inflitto a Trump una multa da mille dollari per aver violato un suo ordine facendo commenti pubblici sulla giuria. Merchan ha aggiunto che future infrazioni “saranno punibili con il carcere”.

In un’intervista l’imputato aveva criticato la velocità di selezione della giuria, completata in una settimana, e la sua composizione, alludendo al fatto che New York ha una tradizione democratica.

La settimana scorsa settimana Merchan aveva già inflitto a Trump una multa da novemila dollari per aver attaccato pubblicamente testimoni e giurati.

Trump deve affrontare quattro diversi processi penali e sta facendo il possibile per ritardarli il più possibile.

Il processo in corso a New York, di portata minore rispetto all’incriminazione a Washington per il tentativo di rovesciare l’esito delle presidenziali del 2020 vinte da Joe Biden, potrebbe essere quindi l’unico a svolgersi prima delle elezioni del 5 novembre.

In caso di rielezione, Trump potrebbe ordinare l’archiviazione degli altri procedimenti penali.

Trump è attualmente sotto processo a New York per i pagamenti illeciti all’attrice di film porno Stormy Daniels. L’ex presidente è accusato di aver falsificato i conti della Trump Organization per pagare, tramite il suo ex avvocato Michael Cohen, 130mila dollari alla donna poco prima delle presidenziali del 2016.

Trump nega di aver avuto una relazione sessuale nel 2006 con la donna, il cui vero nome è Stephanie Clifford, che secondo l’accusa ha ricevuto la somma in cambio del suo silenzio.

In questo processo il candidato repubblicano deve difendersi da trentaquattro capi d’accusa di frode contabile, punibili con una pena massima di quattro anni di prigione.