Durante il funerale delle vittime degli attacchi ai cercapersone, in Libano. (Anwar Amro, Afp)

Israele ha dichiarato di aver bombardato le postazioni del gruppo Hezbollah nel Libano meridionale, poche ore dopo che il leader del gruppo ha promesso di reagire ai sanguinosi attacchi con esplosivo dei giorni scorsi, che hanno ucciso 37 persone e ne hanno ferite migliaia.

Il gruppo libanese Hezbollah, sostenuto dall’Iran, ha incolpato Israele per l’esplosione di migliaia di dispositivi cercapersone e di walkie-talkie dei suoi miliziani in attacchi che sono andati avanti per due giorni. Israele non ha ancora commentato l’operazione.

Il 19 settembre il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha giurato che Israele dovrà affrontare delle conseguenze per gli attacchi, definiti un “massacro” e un “atto di guerra”. Nel suo discorso Nasrallah ha detto che Israele dovrà prepararsi a “una giusta punizione, dove se l’aspetta e dove non se l’aspetta”.

Mentre il leader di Hezbollah pronunciava il suo discorso, i caccia israeliani sorvolavano Beirut superando il muro del suono, con i loro boati che facevano tremare gli edifici e spingevano i residenti a cercare riparo.

Qualche ora dopo, l’esercito israeliano ha dichiarato che i suoi aerei hanno colpito “circa cento siti di infrastrutture terroristiche”.

L’agenzia di stampa nazionale libanese ha dichiarato che Israele ha colpito nel sud del paese almeno 52 volte. Si è trattato di uno dei più pesanti bombardamenti israeliani sul Libano meridionale da quando si sono riaccese le ostilità al confine, a ottobre dell’anno scorso. Nel frattempo Hezbollah ha dichiarato di aver lanciato almeno diciassette attacchi contro dei siti militari nel nord di Israele.

Le esplosioni di ordigni e gli attacchi aerei del 19 settembre sono avvenuti dopo che Israele ha annunciato di voler spostare i suoi obiettivi di guerra verso il confine settentrionale del paese.

Per quasi un anno, Israele si è concentrato sull’operazione militare contro il gruppo palestinese Hamas nella Striscia di Gaza, ma le sue truppe sono state impegnate anche in scambi quasi quotidiani con i miliziani di Hezbollah nel sud del Libano.

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I mediatori internazionali hanno ripetutamente cercato di evitare una guerra tra Israele e Hezbollah e di limitare le conseguenze dell’operazione militare a Gaza, lanciata da Israele dopo l’attacco di Hamas nel suo territorio il 7 ottobre 2023.

Hezbollah sostiene che la sua lotta è a sostegno di Hamas e Nasrallah ha giurato che gli attacchi contro Israele continueranno finché durerà l’operazione militare nella Striscia di Gaza. Gli scambi di fuoco alla frontiera hanno provocato centinaia di morti in Libano e decine di vittime in Israele. Decine di migliaia di persone su entrambi i lati del confine sono state costrette a lasciare le loro case.

Parlando alle truppe israeliane il 18 settembre, il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant ha affermato che “Hezbollah pagherà un prezzo sempre più alto”, mentre Israele cerca di “garantire il ritorno sicuro” dei suoi cittadini nelle aree di confine. “Siamo all’inizio di una nuova fase della guerra”, ha detto Gallant.