Gli Stati Uniti sono determinati a contrastare le interferenze russe in vista delle elezioni presidenziali e del referendum costituzionale del 20 ottobre in Moldova, ha affermato il 15 ottobre John Kirby, portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale.

“La Russia sta cercando di sabotare le presidenziali in Moldova e la sua integrazione nell’Unione europea”, che sarà il tema del referendum, ha dichiarato durante un incontro con i giornalisti.

“Negli ultimi mesi Mosca ha speso milioni di dollari per influenzare l’esito delle presidenziali”, ha aggiunto, citando in particolare “le decine di milioni di dollari spese ogni mese dall’oligarca filorusso Ilan Shor per finanziare le ong allineate al Cremlino”.

Shor è fuggito in Israele, il suo paese natale, dopo che nel 2019 la giustizia ha aperto un’inchiesta per corruzione contro di lui. La Moldova ha chiesto più volte la sua estradizione, finora senza successo. L’oligarca è anche sottoposto a sanzioni statunitensi ed europee.

Le sanzioni dell’Unione europea

Il 14 ottobre l’Unione europea ha annunciato delle sanzioni contro cinque persone e un’associazione filorussa, accusandole di voler destabilizzare il paese in vista delle presidenziali e del referendum costituzionale.

Tra le persone sottoposte a sanzioni c’è Evghenia Guțul, governatrice della Gagauzia, una regione autonoma turcofona nel sud del paese, accusata di “separatismo”.

È stata sanzionata anche l’associazione Evrazia, che promuove gli interessi russi all’estero.

La presidente uscente Maia Sandu, filoeuropea, è la favorita delle presidenziali.

Per quanto riguarda invece il referendum, gli elettori sono chiamati a decidere se inserire nella costituzione l’obiettivo dell’integrazione nell’Unione europea. Secondo un sondaggio recente, il sì è al 54 per cento e il no al 35 per cento.

La Moldova sta subendo le conseguenze dell’invasione russa dell’Ucraina e da decenni deve fare i conti con la presenza di truppe russe nella regione separatista della Transnistria.