Il senato italiano ha approvato il 16 ottobre una legge che rafforza il divieto della gestazione per altri (gpa), o maternità surrogata, rendendola illegale anche all’estero. Il testo era già stato approvato dalla camera dei deputati.

La legge espone gli italiani che ricorrono alla gpa all’estero a procedure giudiziarie al loro ritorno.

È stata sostenuta dal partito d’estrema destra Fratelli d’Italia della presidente del consiglio Giorgia Meloni, che si definisce una “madre cristiana” e ha vinto le elezioni del 2022 dopo una campagna elettorale incentrata sul nazionalismo e sui valori tradizionali della famiglia.

“Con questa legge l’Italia si pone all’avanguardia in tema di difesa dei diritti”, ha affermato la ministra della famiglia Eugenia Roccella.

“Le persone non sono oggetti, i bambini non possono essere comprati e le parti del corpo umano non possono essere vendute o affittate”, ha aggiunto. “Questa semplice verità, già sancita dal nostro ordinamento giuridico, non potrà più essere aggirata”.

In base a una legge del 2004, chi ricorre alla gpa in Italia rischia una pena detentiva da tre mesi a due anni e una multa fino a un milione di euro.

Finora, però, gli italiani potevano andare in paesi in cui la pratica è legale, tra cui Stati Uniti e Canada.

Secondo alcuni mezzi d’informazione italiani, la grande maggioranza è costituita da coppie eterosessuali che non possono avere figli.

I critici del reato universale sostengono che sia incostituzionale e impossibile da applicare nella pratica.

“Giorno nero per la libertà”

Il deputato Riccardo Magi, segretario di +Europa, ha parlato di “giorno nero per il parlamento, per i diritti e per la libertà”.

“La destra ha reso illegale per i cittadini italiani il ricorso alla gpa anche in paesi in cui è perfettamente legale, regolamentata e sicura”, ha scritto sui social network.

Ha aggiunto che adesso, per la legge italiana, “cercare di avere un figlio è un reato universale come la pedofilia e il genocidio”, aggiungendo che l’opposizione farà ricorso alla corte costituzionale.

“Il corpo delle donne, il loro utero e la loro libertà appartengono a loro, non a Georgia Meloni, non a questo governo e non a nessun governo”, ha concluso.

Questo dibattito mette in luce un’altra questione irrisolta in Italia, dove i figli di coppie omosessuali non sono riconosciuti giuridicamente.

Questo vuoto giuridico lascia il genitore biologico come unico genitore nei certificati di nascita, costringendo l’altro a intraprendere una lunga e costosa procedura di adozione.