Il 21 novembre l’Ucraina ha accusato la Russia di aver lanciato per la prima volta contro il suo territorio un missile intercontinentale, anche se privo di testata nucleare, in un momento di tensioni crescenti tra Mosca e l’occidente.

L’esercito russo e il Cremlino non hanno confermato né smentito la notizia. “Non ho nulla da dire sull’argomento”, ha affermato Dmitrij Peskov, portavoce del Cremlino.

“Un missile balistico intercontinentale è stato lanciato verso l’Ucraina dalla regione russa di Astrachan”, ha dichiarato all’Afp una fonte dell’aeronautica militare ucraina.

“Non era mai successo”, ha aggiunto.

Questi missili sono progettati per trasportare testate nucleari e colpire obiettivi a migliaia di chilometri di distanza.

Il lancio di un missile intercontinentale, se confermato, rappresenta una nuova escalation nel conflitto. La Russia aveva avvertito che avrebbe risposto “in modo appropriato” all’autorizzazione data dal presidente Joe Biden all’Ucraina di lanciare missili statunitensi in territorio russo.

La fonte dell’aeronautica militare ucraina ha precisato che il missile ha preso di mira la città di Dnipro, nell’Ucraina centrorientale, senza fornire ulteriori dettagli.

Serhij Lysak, governatore della regione di Dnipropetrovsk, ha affermato che due persone sono rimaste ferite il 21 novembre in un attacco russo a Dnipro e che altre quindici sono rimaste ferite in un bombardamento a Kryvyj Rih, a un centinaio di chilometri di distanza.

L’attacco missilistico del 21 novembre arriva in un momento di tensioni crescenti tra Mosca e l’occidente, in attesa dell’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, che probabilmente rappresenterà un punto di svolta.

Negli ultimi giorni l’esercito russo ha intensificato la sua offensiva terrestre e i suoi raid aerei in Ucraina.

Il 21 novembre il ministero della difesa russo ha affermato che la difesa aerea ha abbattuto due missili da crociera britannici Storm Shadow lanciati dall’Ucraina contro il territorio russo.

Il 19 novembre la Russia aveva accusato Kiev di aver lanciato, per la prima volta dall’inizio della guerra, sei missili statunitensi Atacms contro un sito militare nella regione russa di Brjansk, che confina con l’Ucraina.

Poco prima il presidente russo Vladimir Putin aveva firmato un decreto che autorizza il ricorso alle armi nucleari “in caso di massicci attacchi aerei in territorio russo condotti da un paese non nucleare con il sostegno di una potenza nucleare”, un chiaro riferimento all’Ucraina e agli Stati Uniti.

Tuttavia, il 21 novembre il Cremlino ha fatto sapere che la Russia farà “tutto il possibile per evitare un conflitto nucleare”.