Il 23 gennaio il procuratore della Corte penale internazionale (Cpi), Karim Khan, ha annunciato di aver chiesto dei mandati d’arresto per due esponenti di primo piano del regime dei taliban in Afghanistan, accusati di persecuzione nei confronti delle donne, un crimine contro l’umanità.
“Ci sono ragionevoli motivi per ritenere che la guida suprema dei taliban Hibatullah Akhundzada e il capo della magistratura Abdul Hakim Haqqani si siano resi colpevoli del crimine contro l’umanità di persecuzione di genere”, ha affermato.
Secondo Khan, “le donne e le ragazze afgane, come anche i membri della comunità lgbt+, sono vittime di persecuzioni sistematiche”.
Iscriviti a In Asia |
Cosa succede in Asia e nel Pacifico. A cura di Junko Terao. Ogni sabato.
|
Iscriviti |
Iscriviti a In Asia
|
Cosa succede in Asia e nel Pacifico. A cura di Junko Terao. Ogni sabato.
|
Iscriviti |
I giudici della Cpi dovranno ora decidere se accogliere la richiesta del procuratore, una procedura che potrebbe richiedere settimane o mesi.
La corte, che ha sede all’Aja, nei Paesi Bassi, ha il compito di giudicare alcuni dei crimini più gravi commessi nel mondo, tra cui genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità.
In teoria, chiunque sia oggetto di un mandato d’arresto della Cpi dovrebbe essere arrestato al momento di mettere piede in uno qualsiasi dei 125 stati membri.
Dopo il loro ritorno al potere nell’agosto 2021, i taliban hanno imposto una serie di restrizioni alle donne, escludendole dalla vita pubblica e spingendo le Nazioni Unite a denunciare un “apartheid di genere”.
Attualmente le donne afgane non possono frequentare licei e università, andare nei parchi o dal parrucchiere, né in molti casi uscire di casa senza un accompagnatore. Quando escono devono comunque coprire tutte le parti del corpo.
Non possono neanche cantare o recitare poesie, in nome di una rigida interpretazione della sharia, la legge islamica.
Alcune emittenti televisive e radiofoniche hanno anche smesso di diffondere voci femminili.
Il mese scorso il regime ha perfino stabilito che i nuovi edifici debbano essere privi di finestre che affacciano su spazi residenziali in cui ci sono donne.
L’emiro Akhundzada vive in quasi totale isolamento a Kandahar, nel sud del paese, e non appare quasi mai in pubblico.