Il parlamento delle Fær Øer, arcipelago autonomo del Regno di Danimarca con una delle legislazioni sull’aborto più restrittive d’Europa, ha approvato il 4 dicembre, di stretta misura, una legge che liberalizza l’interruzione volontaria di gravidanza fino alla dodicesima settimana.
Finora le donne potevano ricorrere all’aborto in pochi casi specifici, per esempio quando la loro vita era a rischio o in presenza di gravi malformazioni del feto.
Il progetto di legge è stato approvato in terza lettura con 17 voti a favore e 16 contrari.
“Il Løgting (il parlamento delle Fær Øer) ha concesso alle donne il diritto di decidere in piena autonomia del proprio corpo scegliendo l’aborto fino alla dodicesima settimana di gravidanza”, ha affermato su Instagram l’associazione Fritt val (Libera scelta), che si batteva da anni per modificare la legislazione.
L’adozione della legge non era scontata. Una proposta simile, presentata nel 2024, non aveva ottenuto la maggioranza.
Alto tasso di fertilità
Situato nell’oceano Atlantico settentrionale, l’arcipelago delle Fær Øer è composto da 18 isole e ha circa 56mila abitanti.
Il tasso di fertilità è nettamente superiore alla media dell’Unione europea, che è attualmente di 1,46 figli per donna. Fino al 2023 superava infatti i due figli per donna, prima di scendere a 1,8.
In Europa un divieto totale d’aborto è in vigore solo ad Andorra e nella Città del Vaticano. A Malta un divieto totale era stato revocato nel giugno 2023, autorizzando l’interruzione volontaria di gravidanza in caso di pericolo di vita per la gestante e gravi malformazioni del feto.
In Polonia, invece, il diritto all’aborto era stato fortemente limitato nel 2023.