Il 24 dicembre l’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcom) italiana ha annunciato in una nota di aver ordinato al colosso americano Meta, società che possiede WhatsApp, Facebook e Instagram, di “sospendere le condizioni che escludono i chatbot di intelligenza artificiale (ia) concorrenti da WhatsApp”.
Meta ha integrato il proprio software di intelligenza artificiale, Meta ai, nel suo servizio di messaggistica WhatsApp e ha adottato nuove condizioni contrattuali nelle “Condizioni WhatsApp business solution” lo scorso ottobre per gli altri operatori del settore.
Queste condizioni, che sarebbero entrate pienamente in vigore entro il 15 gennaio 2026, “escludono completamente le aziende che concorrono con Meta AI dalla piattaforma WhatsApp”, secondo l’Agcom.
L’Agcom ritiene che “la condotta di Meta appaia illegale in quanto è probabile che limiti” la concorrenza in questo settore, causando così “danno ai consumatori”.
Per questi motivi, l’Autorità ha ordinato a “Meta di sospendere immediatamente le condizioni contrattuali delle Condizioni WhatsApp Business Solution al fine di preservare l’accesso alla piattaforma WhatsApp per i chatbot di intelligenza artificiale concorrenti di Meta AI”.