Sono una single trentenne in un mondo di coppie, infatti non so neanche se ho il diritto di scrivere a questa rubrica. Il mio stare molto bene da sola e non aver voglia di stare in coppia è sintomo di equilibrio o di un limite personale? –Amanda

Il fatto che tu stia bene indica che per ora la tua scelta è quella giusta. E la mia risposta potrebbe finire qui. Ma visto che abbiamo uno spazio da riempire, può essere l’occasione per ragionare su qualche aspetto pratico della vita da single.

Innanzitutto secondo l’Istat pure tu sei un nucleo familiare, anche se inclusa nel gruppo chiamato “persone sole”, che non è il massimo dell’allegria. E comunque sei in bella compagnia: sempre secondo l’Istat le donne tra i 25 e i 49 anni non in coppia sono il 10 per cento della popolazione italiana.

Dal punto di vista economico però non hai fatto la scelta migliore: di recente uno studio della società di consulenza finanziaria Moneyfarm ha rivelato che in Italia chi abita da solo spende 571 euro in più al mese rispetto a una coppia che divide le spese. Quindi, secondo la media italiana, significa che abitare da soli costa il 47 per cento in più.

Però ti prendi la tua rivincita sulla forma fisica: secondo una ricerca pubblicata sul Journal of Marriage and Family, le persone divorziate fanno più attività fisica di quelle sposate, e chi è stato single tutta la vita ne fa in assoluto di più. A prescindere dai dati, goditi il tuo essere single quanto vuoi, ma ti do un consiglio: stai attenta a non trasformarlo in un carattere identitario, perché stare da soli o in coppia non è un modo di essere ma una semplice condizione di vita.
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Questo articolo è uscito sul numero 1526 di Internazionale, a pagina 12. Compra questo numero | Abbonati