18 agosto 2017 12:31

Tredici anni dopo gli attentati di Madrid, i più micidiali in Europa, con le loro 192 vittime, il terrorismo islamico torna a colpire in Spagna, con l’attentato che il 17 agosto ha provocato 13 morti a Barcellona. I giornali spagnoli ed europei osservano che il metodo usato – un veicolo lanciato contro i passanti – è diventato ormai consueto e finora aveva risparmiato la Spagna.

Terrore a Barcellona
La Vanguardia, Spagna
“Non permetteremo che vincano”, afferma l’editoriale non firmato del quotidiano catalano: “Barcellona ha subìto nel cuore della città, la Rambla, l’attacco jihadista che attraversa l’Europa. Dopo il dolore, l’indignazione e l’impotenza, occorre fare uno sforzo per mantenere i valori di apertura e di integrazione propri della cultura europea e di Barcellona. La Catalogna è sempre stata una terra di pace e di accoglienza e nulla ci deve cambiare. Ma allo stesso tempo si deve lottare contro il terrorismo con la più grande intelligenza e con la massima collaborazione e coordinazione politica, giudiziaria e di polizia di tutti gli stati e, se possibile, di tutte le amministrazioni e le polizie spagnole”.

La Vanguardia, 18 agosto 2017.

Orrore nella Rambla
El Periódico, Spagna
“Le principali capitali europee e occidentali sono state vittime del terrorismo che si proclama jihadista. Oggi è toccato a Barcellona”, si legge nell’editoriale del giornale della capitale catalana. “Non ci sono ragioni né cause né precetti che possano giustificare l’uccisione di persone innocenti mentre passeggiano per una via frequentata. La condanna è stata come deve essere: secca, unanime, decisa. No, mai, giammai. Senza se né ma. Senza indulgenza. Senza sottovalutare i danni che provoca, ma anche senza nascondere la violenza che lo ha messo in atto e le sue crudeli conseguenze”.

Diversi morti in un attacco terroristico nel centro di Barcellona
Frankfurter Allgemeine Zeitung, Germania
“Nizza e Berlino l’anno scorso, Londra, Stoccolma e Parigi quest’anno — e ora Barcellona. Tredici anni dopo gli attentati di Madrid, dove sono morte quasi 200 persone e un numero dieci volte superiore è rimasto ferito, il terrorismo è tornato in Spagna”, scrive Daniel Deckers. L’editorialista distingue tra gli scopi degli autori degli attacchi del 2004 e quelli degli ultimi attentati: “Gli assassini, da Nizza a Barcellona, non hanno obiettivi geopolitici. Il terrorismo del gruppo Stato islamico è opera di singoli individui. Le loro armi sono veicoli facili da procurarsi, e realizzano gli attacchi in spazi pubblici. Non si tratta solo di fare più vittime possibile, ma anche di attirare il massimo dell’attenzione. Per questo sono fondamentali i luoghi dove avvengono i loro attacchi. I viali e i ponti delle metropoli occidentali rappresentano gli spazi pubblici dove le società aperte si esprimono”.

Frankfurter Allgemeine Zeitung, 18 agosto 2017.

Terrore sulle Ramblas
Libération, Francia
“No pasarán!”: Laurent Joffrin evoca la parola d’ordine dei repubblicani spagnoli durante la guerra civile per sottolineare nel suo editoriale come “l’ondata di crimini rivendicati dal gruppo Stato islamico negli ultimi mesi spinga a una constatazione paradossale ma chiara: con queste stragi l’Is, per il momento e malgrado il suo fanatismo assoluto, non ha ottenuto nulla. Malgrado il sangue, malgrado i morti, malgrado la tragedia che continua a insanguinare il continente, la barbara e stupida strategia degli assassini si scontra con la resilienza delle democrazie”.

Il terrore colpisce Barcellona
The Guardian, Regno Unito
Secondo Jason Burke l’attentato di Barcellona “mette in evidenza tre dure lezioni apprese dalle forze di sicurezza – e dalla gente – negli ultimi mesi e negli ultimi anni. La prima è che l’uso dei veicoli come armi è ormai una tattica collaudata da parte degli estremisti. La seconda è che le vittime sono scelte a caso. Questo vuol dire che i turisti sono dei bersagli potenziali. La terza è che forze dell’ordine efficaci sono in grado di garantire la sicurezza solo per un tempo limitato. Qualcosa o qualcuno finirà per passare attraverso le maglie dei controlli”.

Libération, 18 agosto 2017.

Terroristi
Jornal de Notícias, Portogallo
“Gli assassini sono tornati a colpire una città europea, di nuovo usando un veicolo per uccidere in modo indiscriminato”, scrive Rafael Barbosa. L’editorialista aggiunge che “come sempre accade, nell’immediato si prova l’amara sensazione che i terroristi stiano vincendo questa guerra, che non ha campo di battaglia né eserciti né regole d’ingaggio. Ci rimane la speranza che il tempo, come è sempre accaduto, smusserà il senso di disperazione e che la vita andrà avanti. Potrà sembrare un po’ puerile, mentre il sangue è ancora fresco sulle Ramblas, ma vale la pena citare la sindaca di Parigi Anne Hidalgo: ‘Barcellona e Parigi sono città di condivisione, amore e tolleranza. Questi valori sono più forti del terrorismo orribile e vile’. Se non crediamo a questo, in che altro possiamo credere?”.

Attacco terroristico a Barcellona
Gazeta Wyborcza, Polonia
“L’attacco di Barcellona ha provocato stupore e incredulità, poiché la Spagna contrasta il terrorismo islamico in modo molto più efficace di altri paesi europei”, osserva Maciej Okraszewski, secondo il quale “dopo gli attentati di Atocha dell’11 marzo 2004 Madrid ha sviluppato il metodo migliore sul continente per combattere i jihadisti. Ha messo in piedi una rete di agenti, analisti, informatori e specialisti dell’antiterrorismo che conta oggi tremila persone, tra le quali degli agenti molto navigati che in precedenza avevano avuto a che fare con i baschi dell’Eta. Madrid ha messo in piedi la metodologia migliore in Europa per combattere gli attentatori islamici – non a caso a capo del centro antiterrorismo europeo di Europol è stato nominato nel gennaio scorso lo spagnolo Manuel Navarrete Paniagua. La Spagna ha arrestato più di 700 persone accusate di essere affiliate a un’organizzazione terroristica islamica, più di ogni altro paese dell’Unione europea. Oltre 120 criminali condannati sono stati espulsi verso il loro paese di origine – nessuno è tornato”.

In collaborazione con VoxEurop.

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