08 giugno 2018 16:44

L’Unione europea e gli Stati Uniti hanno varato una serie di sanzioni contro la Russia dopo l’inizio della guerra nel Donbass, in Ucraina, e l’annessione della Crimea da parte di Mosca, nel marzo del 2014. Le misure sono di tipo diplomatico (per esempio l’esclusione di Mosca dai meeting del G8, che quindi è diventato G7), economico e commerciale.

Una serie di restrizioni, tra cui divieto d’ingresso nei paesi dell’Ue e congelamento dei beni, sono state adottate nei confronti di 150 individui e 38 entità le cui “azioni hanno compromesso l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina”. Tra le persone colpite ci sono personaggi politici, deputati e senatori (per esempio l’ex vicepremier Dmitrij Rogozin, la presidente del consiglio federale Valentina Matvienko, l’ex presidente della camera Sergej Naryškin), uomini d’affari (tra gli altri Arkadij Rotenberg e Konstantin Malofeev), il conduttore tv Dmitrij Kiselёv, l’ex direttore dei Servizi federali di sicurezza (Fsb) Nikolaj Patrušev e il presidente ceceno Ramzan Kadyrov. Queste misure sono state prorogate fino al 15 settembre 2018.

L’Unione europea ha anche imposto sanzioni economiche che limitano l’accesso della Russia ai capitali, alle tecnologie e agli armamenti europei. Varati per la prima volta nel luglio del 2014, questi provvedimenti sono stati prorogati di sei mesi in sei mesi. La prossima scadenza è fissata al 31 luglio. In particolare, queste misure “limitano l’accesso ai mercati dei capitali primari e secondari dell’Unione europea da parte di talune banche e società russe; impongono il divieto di esportazione e di importazione per quanto riguarda il commercio di armi; stabiliscono il divieto di esportazione dei beni a duplice uso per scopi militari o utilizzatori finali militari in Russia; limitano l’accesso russo a determinati servizi e tecnologie sensibili che possono essere utilizzati per la produzione e la prospezione del petrolio”. Sono inoltre in vigore restrizioni alla cooperazione economica con la Russia (tra cui la sospensione di alcuni programmi bilaterali) e limitazioni ai rapporti economici con la Crimea, tra cui il divieto d’importazione di beni dalla penisola.

In passato il premier greco Alexis Tsipras (nel gennaio del 2015) e quello ungherese Viktor Orbán (nel febbraio del 2017) avevano affermato di voler annullare le sanzioni contro la Russia, ma le loro promesse non si sono concretizzate.

In risposta alle sanzioni europee nell’agosto del 2014 Mosca ha varato una serie di controsanzioni, che prevedono, tra le altre cose, il divieto d’importazione di prodotti alimentari dall’Europa e dagli altri paesi che applicano sanzioni contro la Russia. Il blocco riguarda carni, formaggi, verdura, frutta e latte, e rimarrà in vigore fino al 31 dicembre 2018.

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