04 ottobre 2018 17:15

Ankit Panda sarà ospite del festival di Internazionale per due appuntamenti dedicati alla politica internazionale. Il 5 ottobre analizzerà la situazione della Corea del Nord, mentre domenica 7 discuterà di Cina insieme Giuseppe Gabusi, Yanmei Xie e Dominic Ziegler.

La politica estera dell’amministrazione Trump si è rivelata tristemente prevedibile nel danno che ha arrecato a Washington: nelle alleanze, negli interessi e nelle prospettive a lungo termine per la leadership sul palcoscenico globale. L’area Asia-Pacifico, emersa nel ventunesimo secolo come centro di gravità geopolitico, è probabilmente il contesto in cui l’amministrazione Trump comprometterà di più gli interessi degli americani. Nonostante la Casa Bianca abbia sbandierato ripetutamente il suo impegno per creare una regione “aperta e libera”, le parole e le azioni del presidente non hanno mai seguito questi nobili princìpi. I politici legati a Donald Trump criticano la Cina per i suoi finanziamenti predatori, ma un attimo dopo devono cercare di rimediare ai commenti destabilizzanti del presidente sulle presunte falle degli alleati Giappone e Corea del Sud, o agli immancabili elogi rivolti ai leader autoritari. Quando il presidente non pronuncia frasi che danneggiano la posizione degli Stati Uniti, si limita a mostrare un chiaro disinteresse per l’Asia.

Provando a immaginare quale potrebbe essere l’approccio americano in Asia dopo Trump, i liberali e progressisti devono prepararsi a gestire una percezione degli Stati Uniti molto diversa rispetto al passato. Qualunque sarà quell’approccio, non sarà più come prima: un semplice ritorno alla politica estera americana precedente al 2017 non sarà sufficiente.

Per cominciare, servirà una discussione precisa e onesta su cosa intendono gli Stati Uniti e i loro alleati quando promettono un impegno per un “ordine liberale internazionale in Asia”. Quest’ordine non può essere considerato sinonimo di egemonia americana, ma dev’essere un invito a difendere valori che portino la pace e la prosperità per tutti nell’Asia del ventunesimo secolo. Nel 2021 o nel 2025, gli sfidanti di Trump dovranno essere pronti a indicare un cammino ai partner e agli alleati in Asia, che sono preoccupati per le ambizioni della Cina ma lo sono altrettanto per un approccio americano capriccioso, disinteressato ed egoista.

Ankit Panda sarà ospite del festival di Internazionale per due appuntamenti dedicati alla politica internazionale. Il 5 ottobre analizzerà la situazione attuale della Corea del Nord, mentre domenica 7 discuterà di Cina insieme Giuseppe Gabusi, Yanmei Xie e Dominic Ziegler.

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