02 settembre 2019 14:03

Mi chiamo Claudio Rossi Marcelli e i lettori di Internazionale mi conoscono come l’autore della rubrica Dear daddy, in cui cerco di dare consigli a genitori e figli, ma anche a zii, nonni o coppie che non vogliono avere bambini. In questi otto anni abbiamo trattato gli argomenti più vari – da come organizzare una festa di compleanno per neonati a come gestire le prime mestruazioni – ma la chiave di lettura della rubrica è rimasta sempre la stessa: piuttosto che ricorrere al parere di un esperto, provare a ragionare sui piccoli e grandi problemi attraverso episodi di vita vissuta. La mia, ma anche quella delle persone che ho intorno o di cui ho sentito parlare. Si tratta quindi di consigli informali, quasi una chiacchierata di buon senso tra amici, senza nessuna pretesa di salire in cattedra e dettare il da farsi.

Forse non tutti i lettori di Internazionale sanno che la rubrica è nata da un blog: nel 2003, poco dopo essere arrivato in redazione, avevo chiesto al direttore di poterne aprire uno perché ero affascinato da questa nuova formula di comunicazione, a metà strada tra un articolo e un diario. Qualche anno dopo, quando sono diventato padre insieme al mio ex marito, quel blog è diventata la cronaca della vita di due papà e due gemelle. Così alla redazione è venuta l’idea di farmi scrivere una rubrica: un papà gay che dà consigli ai genitori etero. Ci sembrava una trovata divertente e provocatoria.

Questo appuntamento settimanale si è rapidamente trasformato in una piccola finestra sulla vita di tante famiglie, come la mia, che non cadono nella definizione di tradizionale e ha finito per diventare un ponte tra due mondi apparentemente lontani. “Ero contraria a coppie di genitori dello stesso sesso, ma da quando leggo la tua rubrica ho scoperto che alla fine siete esattamente come tutti gli altri”: ricevo molti commenti di questo tipo, che mi fanno capire quanto sia importante quel piccolo spazio che settimanalmente Internazionale mi offre sulle sue pagine.

Oggi quel germe di curiosità per le nuove piattaforme di comunicazione è ancora presente nella rubrica ed è per questo che adesso ci è sembrato naturale estenderla al formato che sta innovando il modo di fare giornalismo: il podcast. A metà strada tra un audio articolo e un programma radio, i podcast stanno entrando nella nostra quotidianità attraverso la diffusione degli smartphone, che ci permettono di ascoltare prodotti audio in tanti momenti della giornata. E quindi Dear daddy oggi diventa anche Hello daddy, grazie alla collaborazione con la piattaforma di podcast e audiolibri Audible.

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Nuovo formato, ma stessa formula: i messaggi dei lettori ora diventano telefonate e con me in studio ci sarà un ospite ogni volta diverso che mi aiuterà a ragionare sulle questioni più varie. Ho parlato con Monica Cirinnà sulla scelta di accontentare i figli che chiedono un cane, con Claudia De Lillo sulla tragedia collettiva che sono i gruppi WhatsApp per genitori o con Chiara Francini su cosa rispondere a una figlia che vuole fare l’attrice.

Come sempre, pochi esperti e molte storie di vita vissuta, con l’obiettivo di divertire e interessare tutti, compresi gli ascoltatori che non hanno figli. E con la speranza che il ponte costruito in questi anni attraverso la rubrica su Internazionale possa rafforzarsi ulteriormente grazie a questo nuovo canale di comunicazione.

È possibile ascoltare le prime cinque puntate della serie cliccando qui.

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