17 novembre 2018 13:49

The Good The Bad and The Queen, The truce of twilight
In uno dei brani di Merrie land, il secondo disco dei The Good The Bad and The Queen, Damon Albarn immagina di guardare il mare. E cosa vede? Della spazzatura tornare a galla. In un altro pezzo guarda la Union Jack, la bandiera britannica, e gli sembra vecchia e triste. Il nuovo disco del “supegruppo” di Albarn – nel quale il leader di Blur e Gorillaz è affiancato da Paul Simonon (Clash), Tony Allen (Fela Kuti e non solo) e Simon Tong (The Verve) – è pieno di queste immagini un po’ malinconiche e crepuscolari, che descrivono un paese diviso ed esprimono nostalgia per un passato lontano (l’utopia medievale della “Merry England” viene evocata fin dal titolo del disco).

La scintilla che ha fatto nascere i nuovi brani, come ha spiegato la band, è stato il referendum sulla Brexit del giugno 2016. C’era da aspettarselo un disco simile da Albarn, che è uno degli autori britannici di musica pop più acuti e imprevedibili in circolazione e non poteva lasciarsi sfuggire l’occasione di commentare musicalmente un avvenimento così importante.

Merrie land, prodotto da un peso massimo come Tony Visconti, è una lettera d’amore al Regno Unito, scritta con sbilenco patriottismo. I pezzi sono nati durante una session a Blackpool, nel nord dell’Inghilterra, dove il 67 per cento della gente ha votato leave. Ad affiancare la voce di Albarn (che più invecchia più migliora) ci sono tastiere e un organetto un po’ circense, che a tratti evoca atmosfere simili agli Specials di Ghost town, oltre alla batteria impeccabile di Tony Allen (78 anni, non li dimostra) e al basso pulsante di Paul Simonon. Le chitarre di Simon Tong invece sono un po’ più nascoste. Nel complesso il disco suona quasi folk e rurale, quasi come se volesse mostrare il punto di vista delle piccole città britanniche e non usare la solita prospettiva londinese.

Il brano d’apertura, Merrie land, è il manifesto del disco e dice già tutto nei primi versi, con grande poesia e un po’ di tristezza: “If you’re leaving please still say goodbye” (Per favore se te ne vai, dimmi lo stesso arrivederci). Il pezzo ha una struttura interessante, lontana dal cliché strofa-ritornello, e per scriverlo Albarn ha preso in prestito da Lou Reed lo stile dello spoken word. Altri brani, come Gun to the head (che nel finale cita A day in the life dei Beatles), sono più giocosi e piacerebbero a Ray Davies (The village green preservation society del resto ha raccontato la Brexit prima della Brexit). A tratti ci sono dei momenti quasi horror, come nella splendida The truce of twilight, che evoca antichi riti della contea di Dorset e dà all’album un tono se possibile ancora più cupo.

Merrie land è un po’ il Modern life is rubbish del 2018. È il disco più simile allo spirito dei primi Blur che Albarn abbia pubblicato negli ultimi anni. Ovviamente vede le cose da una prospettiva più matura e complessa, e non ha sicuramente la brillantezza melodica di una volta, ma è l’album che finora ha raccontato meglio il Regno Unito dopo il referendum sulla Brexit. Più Damon Albarn, meno Boris Johnson. Per favore.

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Mike WiLL Made-It, The Mantra (feat. Pharrell Williams & Kendrick Lamar)
A giudicare dai musicisti coinvolti, la colonna sonora di Creed II, il seguito di Creed di Sylvester Stallone, promette di essere notevole. Ci sono, tra gli altri, Pharrell Williams, Kendrick Lamar, Bon Iver e Vince Staples. Finora sono usciti solo due pezzi, questo e quello di Bon Iver. The mantra è costruita su un beat trap, confezionato da Mike WiLL Made-It., produttore e autore di riferimento del suono southern. La parte vocale è affidata in gran parte a Pharrell Williams, mentre Lamar fa poco più che un cameo. Ma gli basta per piazzare la zampata.

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Tre Allegri Ragazzi Morti, Caramella
La musica dei Tre Allegri Ragazzi Morti, storica band italiana fondata nel 1994 a Pordenone, ha un pregio non da poco: suona sempre sincera. Merito di un percorso artistico coerente, anche quando ha avuto le sue sbandate “mainstream”, di una voglia costante di divertirsi e mettersi in gioco e della voce da eterno giovane di Davide Toffolo.

Caramella, il brano che anticipa il nuovo disco della band in arrivo nella prima parte del 2019, è un riuscito gioco psichedelico ben reso dal video. Il pezzo è lontano dalle atmosfere reggae e simil cumbia alle quali la band ci aveva abituato negli ultimi anni ed è più vicino al rock classico. Poco importa, i Tre Allegri sono promossi anche stavolta.

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Funeral, Festividad
Il boliviano Funeral sa scavare a fondo nei ritmi preispanici e andini, per creare un’elettronica martellante e coinvolgente. Questa è la prima riflessione che viene da fare dopo aver ascoltato il suo singolo Festividad, che anticipa l’ep di debutto Privacidad. Il disco, pubblicato dall’etichetta uruguaiana Salviatek, uscirà il 23 novembre. L’America Latina si conferma ancora una volta come una delle frontiere più interessanti per l’elettronica contemporanea.

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Mercury Rev, Sermon (feat. Margo Price)
L’album The Delta sweete di Bobbie Gentry, uscito nel 1968, è considerato uno dei capolavori dimenticati della musica leggera statunitense. È un inno alla vita del sud, ispirato all’infanzia della cantante nei pressi di Woodland, nel Mississippi.

I Mercury Rev hanno avuto l’idea brillante di rivisitare il disco, chiamando un gruppo di cantanti che va da Hope Sandoval dei Mazzy Star a Laetitia Sadier degli Stereolab. Il primo estratto del disco è Sermon, che vede la partecipazione di Margo Price, chitarrista e cantante country di Nashville.

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P.S. Playlist aggiornata, buon ascolto a tutti!

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