16 marzo 2019 14:40

Karen O & Danger Mouse, Ministry
Karen O (ai più nota come la cantante dei newyorchesi Yeah Yeah Yeahs) e Danger Mouse (musicista, produttore di Jay-Z, Gorillaz, e non solo, anima del progetto Gnarls Barkley e dei Broken Bells) se la intendono parecchio. Hanno fatto un disco insieme che s’intitola Lux prima. E che si apre con un brano di nove minuti dall’introduzione orchestrale di tre minuti, arrangiato come sarebbe piaciuto a Phil Spector. Ma questa non è l’unica scelta coraggiosa che hanno fatto nell’album.

Lux prima è un disco vario, che frulla insieme tanti generi. Ministry per esempio ha un po’ dell’epicità dei Portishead di Glory box (anche se non raggiunge le stesse vette di bellezza, non mi fraintendete). Altrove invece i ritmi si fanno più vicini alla disco (Turn the light) e al rock’n’roll (Woman). C’è perfino spazio per un po’ di elettronica, come nella conclusiva e oscura Nox lumina.

Danger Mouse ha dato alla voce di Karen O quella classicità che le mancava. Lei ci ha semplicemente ricordato il suo talento, che non si esprimeva in questo modo da un po’ di tempo. Tutte le canzoni di Lux prima sono potenziali singoli e la classe non manca, anche se difettano un po’ di originalità. Ma l’esperimento è riuscito. Perché non ne fanno un altro?

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Anderson .Paak, King James
A giudicare dal primo singolo, il nuovo disco di Anderson .Paak sarà abbastanza simile al precedente Oxnard, uscito appena cinque mesi fa. È stato registrato nello stesso periodo, il produttore esecutivo è sempre Dr. Dre e le sonorità non sembrano discostarsi troppo. Il che è un bene perché Oxnard, pur essendo un po’ discontinuo dal punto di vista qualitativo, era un disco dall’atmosfera contagiosa. Se stavolta Paak riuscisse a essere un po’ più a fuoco, avremmo il degno successore dello splendido Malibu.

King James è un inno alla comunità afroamericana, all’amore e al “re James”, cioè la star dell’Nba Lebron James, che sarà presto protagonista del seguito di Space Jam al posto di Michael Jordan. Anderson .Paak invece sta per arrivare in Italia: suonerà il 25 marzo al Fabrique di Milano.

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Teho Teardo, London offered us possible mothers
Non ce ne sono mica tanti come Teho Teardo in Italia. Il compositore di Pordenone non sta fermo un attimo e ci offre da sempre una musica dagli orizzonti ampi, inquieta come il suo talento. Oltre al sodalizio artistico con Blixa Bargeld (Einstürzende Neubauten), in questi anni Teardo ha inaugurato anche quello con il drammaturgo irlandese Enda Walsh (coautore insieme a David Bowie del musical Lazarus, sceneggiatore del film Hunger di Steve McQueen e autore di opere teatrali come Ballyturk). Non ho mai visto uno spettacolo di Walsh, ma lo immagino proprio come le musiche di Teardo: malinconico, teso, a tratti violento, ma in fondo catartico.

Il musicista di Pordenone, come spesso succede nella sua produzione, userà tanti archi anche nel nuovo disco Grief is the thing with feathers, in uscita il 22 marzo. Così sembra, a giudicare da London offered us possible mothers, il primo brano estratto, che però nella seconda parte viene squarciato da un basso angosciante e quasi punk. È musica per dormire con un occhio aperto.

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Sean Paul & Jay Balvin, Contra la pared
Per adeguarsi al prossimo Primavera sound, che come sappiamo darà molto spazio alla musica latinoamericana, questa settimana ho deciso di mettere nella mia playlist il nuovo pezzo del giamaicano Sean Paul insieme alla star colombiana del reggaeton J. Balvin.

È coatto? Un po’ sì, però ha un groove notevole. Peccato per il testo, che non è proprio femminista. Ma in effetti il genere urbano, se ascoltato senza pregiudizi, ogni tanto regala delle gioie.

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El Remolón, De Los Andes a Los Himalayas
A proposito di America Latina. L’8 febbraio la casa discografica argentina Fértil Discos e quella catalana Folcore hanno pubblicato El camino de Leda, una compilation che rivisitava il repertorio di Leda Valladares, cantante, compositrice e musicologa argentina. Nel progetto erano coinvolti alcuni nomi che avete già letto su queste pagine, come Chancha Via Circuito e Ujji.

Adesso i brani di quel disco sono stati raccolti in versione remix curata da El Remolón che mescola elettronica e folk in un’ipnotica ora e mezza di musica. E c’è anche un estratto di Toxic di Britney Spears. Non vi dico a che minuto però, dovete trovarlo.

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P.S. Playlist aggiornata, ma senza Teardo ed El Remolón che al momento non hanno caricato i brani su Spotify. Buon ascolto!

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