09 novembre 2018 16:53

Will (Ben Foster), sofferente veterano dell’Iraq, vive insieme alla figlia di 13 anni Tom (Thomasin McKenzie) nella foresta di un parco pubblico nei pressi di Portland, Oregon. Sono organizzati per rimanere il più possibile lontani dalla società civile, ma sono destinati a finire nel sistema dei servizi sociali. Tom non si trova poi così male a contatto con il prossimo, ma Will non ce la fa proprio.

Per visualizzare questo contenuto, accetta i cookie di tipo marketing.

La regista di Senza lasciare traccia è Debra Granik che con il precedente Un gelido inverno aveva lanciato una giovanissima Jennifer Lawrence. Sarebbe ingrato paragonare i due film così come sarebbe ingiusto accostare il debutto di Thomasin a quello travolgente di Jennifer. In ogni caso entrambi i film ruotano intorno a una giovane protagonista.

Tom si trova in quel momento della vita in cui l’orizzonte fornito dal padre, anche se amorevole, non basta più. Ma non è solo questo. Tom deve anche realizzare che non può fare nulla per alleviare le sofferenze del padre. La perdita dell’innocenza, l’abbandono dell’infanzia è necessario per andare avanti. Come un suggerimento a un paese intero che deve darsi una svegliata visto che il suo sogno sembra svanito da tempo.

Per visualizzare questo contenuto, accetta i cookie di tipo marketing.

Paolo Virzì non è solo un regista bravo, simpatico e generoso. È anche uno di quelli che, con i suoi primi film (La bella vita, Ferie d’agosto, Ovosodo eccetera) ha garbatamente contribuito a far ripartire, libera da complessi, la commedia all’italiana e quindi tutto il cinema italiano. Notti magiche è un giallo ambientato nel 1990, nella notte non troppo magica in cui l’Argentina ci buttò fuori dal mondiale in casa (che non si poteva e non si doveva perdere). Un produttore finisce con l’auto nel Tevere e le indagini conducono a tre giovani sceneggiatori, freschi vincitori del premio Solinas, e quindi a tutta la scena del cinema romano-italiano.

Le figure dei tre giovani rimandano a quelle dei tre veri sceneggiatori del film, Francesca Archibugi, Francesco Piccolo e Paolo Virzì. Ma il film è pieno di riferimenti più o meno espliciti a persone reali e a un ambiente che doveva morire, per tornare infine alla vita. E pazienza se qualcuno di quell’ambiente si risentirà. In più è un giallo e sono anni che Virzì ci ha promesso un vero giallo, con la vittima, le indagini e gli indiziati. Sulla carta (critiche negative a carico comprese) Notti magiche è il film immancabile del weekend.

Per visualizzare questo contenuto, accetta i cookie di tipo marketing.

Certo bisognerà rimandare (non rinunciare, a nessun costo) la visione di Overlord, b-movie di Julius Avary in cui un plotone di soldati americani è paracadutato oltre le linee nemiche, proprio dalle parti dove gli stregoni del terzo Reich hanno messo a punto un siero per rianimare i soldati caduti e affrontare quindi zombie nazisti assetati di sangue. Più facile rinunciare a Tutti lo sanno di Asghar Farhadi con Penelope Cruz e Xavier Bardem nei panni dei genitori separati di un bambino che sparisce all’improvviso, innescando un gioco al massacro.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it