08 novembre 2019 18:03

La famiglia Kim vive in un seminterrato in un quartiere povero di Seoul. I quattro componenti – papà, mamma e due figli, una femmina e un maschio – sono dei disgraziati che si arrangiano come meglio possono. Nelle prime sequenze di Parasite, di Bong Joon-ho, Palma d’oro al festival di Cannes, sono impegnati a piegare (male) cartoni per la pizza: un lavoretto che forse gli consentirà di riattivare i loro telefoni, anche perché la vicina a cui rubavano il wifi ha messo una password. I Kim sono sicuramente affiatati e quasi rassegnati all’idea di dover svoltare.

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L’occasione si presenta quando il ragazzo, fingendo di essere uno studente universitario, comincia a dare lezioni alla figlia di un ricco manager e comincia a frequentare la bellissima villa, nei quartieri alti, dove vive la famiglia Park. E mentre il film procede inesorabile, a grande ritmo e passando da un genere all’altro, verso un finale che non lascia grandi speranze, Bong Joon-ho mette in mostra tutto il suo genio, di regista e di scrittore. Lo spettro in cui si muove è talmente ampio da farci quasi dimenticare l’esistenza stessa dei generi cinematografici.

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Lorenzo Mattotti è un grande artista e la sua versione animata del romanzo di Dino Buzzati, La famosa invasione degli orsi in Sicilia, è un’opera unica. Il re degli orsi Leonzio ha perso il figlio Tonio mentre erano a pesca in un fiume. La ricerca di Tonio porta gli orsi a confrontarsi con gli uomini e il loro modo di vivere.

Mattotti trasferisce sullo schermo le migliori caratteristiche della sua arte, la sua eleganza, i suoi colori senza togliere nessuna suggestione al romanzo di Buzzati, anzi, forse, aggiungendone qualcuna. Può darsi che il pubblico, soprattutto quello dei più piccoli, ormai abituato a ben altro, apprezzi fino a un certo punto il film. Sembra però quel tipo di opera che i bambini che lo vedranno si porteranno dietro per sempre. Anche se il prossimo carnevale, non chiederanno di comprare il costume di Leonzio.

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Le ragazze di Wall street. Business i$ business di Lorene Scafaria è tratto da un articolo di Jessica Pressler pubblicato dal New York Magazine sulla storia di un gruppo di spogliarelliste che, per affrontare la crisi, rubava ai ricchi broker di Wall street non per dare ai poveri, però, ma per arricchirsi a loro volta. Jennifer Lopez guida un cast femminile (Constance Wu, Cardi B, Keke Palmer, Lili Reinhart, Lizzo e Julia Stiles) in un film che magari non sarà un capolavoro, ma ci fa ritrovare un’attrice che avevamo apprezzato tanto tempo fa e che ci eravamo persi per strada.

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In Motherless Brooklyn, per il suo debutto alla regia, Edward Norton – che interpreta anche il protagonista, un detective tourettico nella New York degli anni cinquanta – non si è risparmiato trasformando il romanzo di Jonathan Lethem in un filmone in costume di due ore e mezzo. Nel cast anche Gugu Mbatha-Raw, Bruce Willis, Alec Baldwin, Willem Dafoe e Bobby Cannavale.

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