12 settembre 2016 11:27

Quasi due milioni di musulmani provenienti da tutto il mondo si sono riuniti sul monte Arafat, in Arabia Saudita, per l’hajj, il pellegrinaggio annuale che costituisce uno dei pilastri dell’islam. Al tramonto i fedeli, provenienti da 150 paesi, hanno cominciato a raccogliersi sulla spianata di Mouzdalifa per prepararsi a celebrare l’Eid al Adha, la Festa del sacrificio. Per la prima volta ai pellegrini sarà fornito un braccialetto elettronico con i dati personali e medici, da consultare in caso d’emergenza. Durante l’hajj del 2015 sono morte nella calca più di 750 persone, in gran parte provenienti dall’Iran.

L’Eid al Adha celebra la vicenda narrata sia dal Corano sia dalla Bibbia: Dio chiese ad Abramo di sacrificare suo figlio per mettere alla prova la sua fede, ma poi prima che il sacrificio fosse compiuto mandò un montone da immolare al posto del ragazzo. Nel Corano il figlio di Abramo si chiama Ismaele, mentre nella Genesi si chiama Isacco. La festa viene detta anche Eid Qurban (sacrificio), Eid al Kabir (La grande festa) e Eid al Nahr (Festa dello sgozzamento); in Turchia la festa è chiamata Qurban bayramı, in Africa occidentale Tabaski.

I riti cominciano il 10 settembre e vanno avanti per cinque giorni. Tra i riti della festa, celebrata sia dai sunniti sia dagli sciiti, c’è una preghiera collettiva seguita dal sermone (khutbah), che deve riguardare non solo le questioni religiose ma anche l’attualità politica e sociale della comunità. Il rito principale è il sacrificio di una pecora, un montone, un agnello, un cammello, un pollo. La carne del sacrificio deve essere donata ai poveri e ai bisognosi. Il sacrificio di un animale è obbligatorio per i pellegrini che partecipano all’hajj.

Le foto sono state scattate il 12 settembre 2016.

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