28 maggio 2018 17:14

Secondo la Commissione europea la cosiddetta “povertà energetica” coinvolge tra i 50 e i 125 milioni di persone che in Europa non hanno accesso a forme adeguate e affidabili di energia a prezzi sostenibili.

Le cause possono essere legate al basso reddito familiare, agli alti costi energetici o alle strutture abitative non adeguate, spiegano i curatori del progetto Exposed. L’iniziativa è stata ideata e sostenuta dall’Osservatorio europeo per la povertà energetica – istituito dalla Commissione europea nel gennaio del 2018 con l’obiettivo di aiutare i governi regionali e nazionali ad applicare misure contro la povertà energetica – e dall’Energy action project, un collettivo che realizza progetti sull’energia con esperti del settore e dei linguaggi visivi.

Per Exposed quattro fotografi hanno seguito alcune storie dalla Francia, l’Ungheria, la Spagna e la Svezia per esaminare i pericoli che derivano da un limitato accesso all’energia e dalla mancanza di un’azione coordinata da parte dei governi europei.

Stéphanie Lacombe è stata in Francia dove secondo l’Osservatorio nazionale della precarietà energetica (Onpe) il 19,5 per cento delle famiglie soffre il freddo. Si tratterebbe soprattutto di pensionati e disoccupati che vivono in ambienti non riscaldati adeguatamente, pagando costi energetici elevati in relazione a redditi limitati. Janos Kummer ha documentato la zona di Óbuda-Békásmegyer, conosciuta come la giungla di cemento di Budapest, in Ungheria. Il soprannome riflette la grande quantità di prefabbricati costruiti tra gli anni sessanta e ottanta nella zona. Le pareti di queste case sono sottili e l’isolamento è scarso.

Edgar Melo-Gutiérrez ha viaggiato in Spagna dove la crisi finanziaria che ha colpito il paese nel 2008 ha peggiorato la condizione legata al riscaldamento e al raffreddamento delle abitazioni. Nel 2010, le morti premature legate alla povertà energetica hanno superato il numero di vittime di incidenti automobilistici. Simon Eliasson invece è stato in Svezia dove è molto diffusa l’energia idroelettrica: in tutto il paese ci sono 1.900 impianti. Il problema è legato alle frequenti interruzioni di energia, provocate dalle condizioni meteorologiche sulle zone del nord in cui si trova la maggior parte delle dighe.

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