17 maggio 2019 16:12

Barry Feinstein ha ritratto i grandi nomi del cinema e della musica, in particolare tra gli anni sessanta e settanta.

Nato a Filadelfia nel 1931, Feinstein comincia la sua carriera come assistente di Ike Vern, fotografo della rivista Life, e nella seconda metà degli anni cinquanta lavora per la Columbia Pictures come fotografo di scena. Feinstein preferisce però raccontare le celebrità fuori dai set; come ha scritto qualche anno più tardi, “volevo che le mie foto dicessero qualcosa. Non mi piacciono i ritratti in posa: non hanno nulla, né vita né sentimento. M’interessavano i momenti reali”.

Dal 1960 ritrae personaggi come Marlene Dietrich, Frank Sinatra, Steve McQueen, George Harrison e Janis Joplin. Ma la sua fama è legata indissolubilmente a Bob Dylan, di cui diventa il fotografo ufficiale per undici anni. Feinstein è l’autore della foto sulla copertina dell’album The times they are a-changin’ (1964) e segue il musicista nel tour europeo del 1966, segnato dalla contestazioni per la sua “svolta elettrica”. “I musicisti sono più semplici da fotografare rispetto agli attori”, diceva Feinstein, morto nel 2011, “sono più rilassati”.

La Fondazione Carispezia, a La Spezia, ospita la prima retrospettiva italiana dedicata a Barry Feinstein. La mostra è curata dalla galleria Ono arte contemporanea di Bologna e dalla Blatt agency Llc di New York, con l’aiuto di Judith Jamison, artista e vedova di Feinstein. Le foto saranno esposte fino al 30 giugno.

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