01 aprile 2015 13:01

Turchia. La polizia ha arrestato l’uomo armato che questa mattina è entrato nella sede del Partito per giustizia e lo sviluppo (Akp), a Istanbul. L’uomo ha fatto uscire le persone che si trovavano all’interno dell’edificio prima di salire all’ultimo piano, dove ha rotto delle finestre e ha appeso una bandiera della Turchia con una spada disegnata. Alla finestra l’uomo ha fatto un discorso con richieste alla polizia che non sono ancora state rese note.

Italia. È ripresa in aula al senato la votazione per gli articoli del disegno di legge anticorruzione. È stato approvato l’articolo 8 che prevede pene da uno a cinque anni di carcere per chi commette il reato di falso in bilancio per aziende non quotate in borsa, e l’articolo 10 che prevede pene più severe per chi commette il reato di falso in bilancio nelle aziende quotate: da un minimo di tre a un massimo di otto anni di reclusione.

Nigeria. Il vincitore delle elezioni, Muhammadu Buhari, ha tenuto un discorso alla sede del partito All progressives congress (Apc) nella capitale Abuja. Buhari ha definito la sua vittoria “storica” e ha detto che i nigeriani “hanno dimostrato al mondo di voler abbracciare la democrazia e si sono messi alle spalle uno stato basato su un unico partito”.

Palestina. Insediamento ufficiale come paese membro della Corte penale internazionale (Cpi). Nella sede del tribunale all’Aja si è svolta una cerimonia nel corso della quale il ministro degli esteri palestinese Ryad al Malki ha ricevuto una copia simbolica dello statuto di Roma, il trattato internazionale che definisce i princìpi fondamentali della corte. L’ingresso della Palestina offre la possibilità di aprire un fascicolo contro i leader israeliani per crimini di guerra e crimini legati all’occupazione.

Yemen. L’aviazione della coalizione guidata dall’Arabia Saudita ha bombardato questa mattina le postazioni dei ribelli ad Aden, città portuale nel sud del paese, dopo una notte di raid sulla capitale Sanaa. I bombardamenti su Aden hanno colpito un complesso dell’amministrazione provinciale a Dar Saad, dove si erano rifugiati i ribelli sciiti houthi.

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