Il Sudafrica allenta le restrizioni entro la fine di maggio

In un discorso alla nazione la sera del 13 maggio, il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa ha annunciato che il lockdown sarà allentato in gran parte del paese entro la fine del mese. Il 1 maggio il livello di allerta nel paese è passato da 5 a 4, consentendo la riapertura di alcuni settori economici. Nelle prossime settimane si passerà al livello 3, a eccezione delle zone con i tassi d’infezione più alti.

Con 12.074 casi e 219 morti, il Sudafrica è il paese del continente più colpito dal virus. Ma secondo l’opposizione le quasi sette settimane di lockdown imposte dal governo hanno violato le libertà personali e hanno portato il paese al collasso. Nonostante un piano di sostegno all’economia da più di 24 miliardi di dollari, secondo le previsioni il pil del Sudafrica calerà del 6 per cento nel 2020.

Ramaphosa ha sottolineato che nelle ultime settimane il governo ha rafforzato il sistema sanitario e ha lanciato dei programmi per gestire meglio i contagi. Tra le misure adottate ci sono la distribuzione di dispositivi sanitari ai lavoratori del settore, l’aumento dei test e la creazione di 25mila posti letto per la quarantena. “In questa nuova fase ciascuno di noi dovrà cambiare profondamente il proprio comportamento”, ha detto il presidente nel suo discorso. “Il lockdown ha rallentato il tasso di trasmissione, ma il virus è molto presente e lo resterà ancora a lungo”.

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Cyril Ramaphosa è anche uno dei primi firmatari di una lettera aperta pubblicata il 14 maggio e rivolta a tutti i governi, in cui si chiede che il vaccino contro il covid-19 sia libero da brevetti, prodotto su ampia scala e reso disponibile gratuitamente alle persone di tutto il mondo. “Non possiamo lasciare che i monopoli, la concorrenza spietata e il nazionalismo miope diventino degli ostacoli” a un’equa somministrazione delle cure, si legge nel testo dell’appello, che è stato sottoscritto anche dai presidenti di paesi come Pakistan, Senegal, Ghana ed Ecuador, e da esperti di tutto il mondo. Il timore di molti è che i paesi ricchi abbiano un accesso privilegiato ai vaccini che, almeno all’inizio, saranno disponibili in quantità limitate.

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