Quello che è successo nel 2020 può farci credere che abbiamo attraversato lo specchio e viviamo in una realtà alternativa. La musicista di Los Angeles Pearl Charles lo sa perfettamente e nel suo secondo album abbraccia tutto il caos della nostra epoca con un approccio decisamente rétro. Influenzato dalla musica californiana degli anni sessanta e settanta, Magic mirror racchiude synth cosmici e luminosi, motivi rock classici con chitarre slide country brillanti e discrete. Mentre Pearl Charles canta d’insicurezze e difficoltà, gli strumenti la accompagnano con un ottimismo spensierato. Molte di queste canzoni condividono la stessa sensazione di leggero abbandono che abbiamo ascoltato nello splendente What’s your pleasure? di Jessie Ware, anche se Charles è molto più soul. Un debutto maturo e notevole.
Roisin O’Connor,
The Independent

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Questo articolo è uscito sul numero 1393 di Internazionale, a pagina 82. Compra questo numero | Abbonati