C’è stato un tempo in cui i luoghi non avevano nomi. Un tempo in cui non esisteva separazione tra i nostri antenati e gli alberi, i fiumi e le montagne intorno. I personaggi del singolare romanzo d’esordio di Kawai Strong Washburn vivono in un luogo con un nome: Hawaii. Ma Washburn non ha alcun interesse per le Hawaii dei resort e delle lune di miele. I suoi personaggi vivono in una versione moderna ma mistica dell’arcipelago, la cui essenza nessun conquistatore potrà mai sradicare. Il romanzo si apre nel 1995, quando una madre, Malia, è convinta che suo figlio appena nato, Noa, sia stato designato dagli dèi per portare il cambiamento. Come ogni essere umano prescelto, Noa dovrà rivelare la sua vera natura alle masse che è venuto a salvare. Questo accade quando ha solo sette anni: è in vacanza con la famiglia, cade da una barca e affonda nel Pacifico. Mentre tutti cominciano a farsi prendere dal panico, degli squali lo circondano e lo salvano dall’annegamento. Ben presto, i poteri di guarigione di Noa si sviluppano e lui guadagna molti soldi dispensando salute a persone tormentate da un vasto repertorio di disturbi. Come i suoi fratelli, si trasferisce sulla terraferma, ma portandosi dentro le isole. Dopo che l’eccessiva fiducia di Noa nei suoi poteri ha causato un disastro, Noa torna alle Hawaii per capire se stesso e la terra ancestrale che è parte di lui. La sua spedizione avrà un caro prezzo, ma non è questo il senso di un viaggio alle nostre radici? Camminare attraverso il fuoco e così essere purificati? Imbolo Mbue, The New York Times

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1394 di Internazionale, a pagina 76. Compra questo numero | Abbonati