Volendo essere cattivi il film di Sam Levinson può sembrare un progetto di una vanità insopportabile. Ma è recitato molto bene e con grande spirito dai due protagonisti, pieno d’intuizioni acide e denunce rabbiose, e c’è una divertente tirata su quanto possano essere orribili i critici cinematografici. Malcolm (John David Washington), un regista giovane e presuntuoso, e la sua splendida e intelligente fidanzata Marie (Zendaya) tornano nella lussuosa casa messa a loro disposizione dalla produzione dopo la trionfante prima del film d’esordio di Malcolm. Lui è in uno stato di esaltazione e autocompiacimento. Ma Marie ribolle di rabbia nei suoi confronti. Nella lite che segue sono affrontati argomenti come il sesso, le relazioni, la celebrità, il cinema, i fardelli che gli artisti, e anche i neri, sono costretti a portare. Il film è stato concepito e realizzato mentre le grandi produzioni erano bloccate dalla pandemia di covid-19, forzandoci a una strana intimità. E forse è proprio l’intimità quello di cui parla il film. Peter Bradshaw, The Guardian

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Questo articolo è uscito sul numero 1395 di Internazionale, a pagina 80. Compra questo numero | Abbonati