Pochi film d’esordio sono originali come Dead pigs di Cathy Yan (che conosciamo già per il successivo Birds of prey). Yan è cinese-statunitense e ha diviso la sua infanzia tra i due paesi. E così il film è girato a Shanghai, ma è stato finito a New York. Sullo schermo l’energia di questa miscela è onnipresente. L’eminenza grigia del cinema cinese, Jia Zhangke, è produttore esecutivo, Paul Thomas Anderson può essere preso come riferimento per la narrazione a ruota libera, ma la scintilla surreale è tutta farina del sacco di Yan. Non tutte le storie intrecciate che compongono questa commedia cupa funzionano allo stesso modo, ma finita una ne comincia subito un’altra. Lentamente i puntini si uniscono e la trama s’infittisce. In alto lo skyline di Shanghai luccica come in un videogioco, in basso carcasse di maiali scivolano nel fiume (dettaglio tratto da un vero fatto di cronaca del 2013): un indovinello che ci tiene impegnati fino agli ultimi fotogrammi. Danny Leigh, Financial Times
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Questo articolo è uscito sul numero 1397 di Internazionale, a pagina 76. Compra questo numero | Abbonati