Mai fidarsi dei componenti dell’Oulipo (Ouvroir de littérature potentielle). Sono in grado di condurre strani esperimenti e imboccare strade secondarie della letteratura. Prendete Hervé Le Tellier. Questo amante della scrittura vincolata, ex astrofisico, dopo dei testi brevi e un’incursione nell’umorismo nero torna oggi con L’anomalia, un romanzo brillante, divertente e sconcertante. Parte con il botto, come un giallo di Mickey Spillane, con un killer dalle identità multiple. Le Tellier usa il pretesto di un volo disastroso tra Parigi e New York per rimescolare le carte della vita. Tra i personaggi di questo romanzo corale c’è Victor Miesel, uno scrittore molto serioso, le cui vendite però rimangono modeste. E c’è André, un architetto, innamorato della sospettosa Lucie. Poi compaiono David e il suo cancro al pancreas, Joanna l’avvocata tignosa, la pop star nigeriana Slimboy… Per questi uomini, donne e bambini in volo sopra l’Atlantico si prepara un evento particolare, una divergenza spazio-temporale, insomma “un’anomalia”. Una meravigliosa opportunità per Le Tellier per porre la questione dell’identità (e del doppio), per fermarsi dalle parti di Stephen King e Georges Perec, e per coinvolgere l’Fbi, l’Nsa e il Pentagono. L’anomalia riesce a porre domande profonde mantenendo il sorriso sulle labbra, a cospargere il quotidiano con un pizzico di magia e a svelare alcune bugie molto umane. Un romanzo incantevole. Christine Ferniot, Télérama
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Questo articolo è uscito sul numero 1401 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati