Il romanzo d’esordio di Alka Joshi è nato da una domanda: come sarebbe stata la vita di sua madre senza un matrimonio combinato a diciott’anni? Joshi spiega: “Mia madre studiava psicologia all’università di Agra. Suo padre la richiama a casa nel Rajasthan e le dice: ‘È ora che ti sposi, stai diventando zitella’. Così mia madre entra in questa stanza ed è presentata a mio padre, anche lui giovane e senza nessuna voglia di sposarsi”. In quattro anni i genitori di Joshi ebbero tre figli, e cinque anni dopo la famiglia si trasferì dall’India negli Stati Uniti in modo che il padre della scrittrice potesse conseguire un dottorato. “Mia madre non ha mai avuto poteri decisionali, ma mi ha dato tanta libertà. Volevo restituirle il regalo”, dice Joshi. “Non posso cambiare la sua vita, ma posso cambiarla nella finzione. Posso creare un personaggio che lascia il matrimonio, ritrova se stessa, scopre il suo destino e raggiunge l’indipendenza finanziaria e sentimentale”. Joshi ha lavorato al libro per dieci anni. “Ho perso mia madre un paio d’anni dopo che ho cominciato a scrivere”, racconta. “In quel periodo andavo avanti e indietro con lei a Jaipur, dove è ambientato il romanzo. È stato un momento meraviglioso da condividere”. Elisabeth Egan, The New York Times

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Questo articolo è uscito sul numero 1401 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati