Una grande azienda mineraria (“il mostro”) devasta il paesaggio e causa aspre divisioni all’interno di una comunità: con una trama simile questo dramma ben fatto avrebbe potuto essere ambientato nella rust belt statunitense. Invece siamo nei boschi della Grecia, dove il forestale Nikitas (Vangelis Mourikis), dopo aver visto una frana aprirsi, vuol fare di tutto per impedire alla grande azienda di distruggere il mondo che ama. All’improvviso arriva il figlio Johnny (Argyris Pandazaras), appassionato di motocross, che non è in buoni rapporti con il padre. Il loro conflitto, il cui classicismo è ravvivato da un elemento più contemporaneo (in questo caso la passione di Johnny per le moto), fa pensare al territorio romantico-realista di Jacques Audiard. Peccato che la tensione crescente tra i due non sia stata drammatizzata con la stessa sottigliezza con cui il regista rappresenta lo scontro tra le fazioni che si creano all’interno della comunità. Perfetto invece l’uso dell’ambientazione, che fa da contrappunto alle vicende dei personaggi. Phil Hoad, The Guardian
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Questo articolo è uscito sul numero 1402 di Internazionale, a pagina 82. Compra questo numero | Abbonati