◆ Negli ultimi dieci anni il dibattito sulla crisi climatica è cambiato. La rivista Nature Climate Change celebra i suoi dieci anni di vita con un bilancio delle ricerche dell’ultimo decennio. L’impiego dell’intelligenza artificiale, la maggiore disponibilità di dati e la risoluzione più alta dei modelli hanno permesso di affinare le previsioni. Oggi i modelli comprendono dettagli che prima erano assenti, come la copertura nuvolosa e le caratteristiche del suolo.
Tuttavia, permangono le incertezze sull’evoluzione del clima e molti aspetti dovrebbero essere approfonditi. Per esempio, le caratteristiche del permafrost, il terreno ghiacciato nella regione artica, sono ancora poco note. Non si conoscono le emissioni di anidride carbonica e metano del permafrost in inverno, perché le misurazioni si fanno in estate. Un altro esempio è l’aumento del livello del mare: mancano i dati di molti paesi africani che potrebbero essere colpiti dal fenomeno.
Dal punto di vista tecnologico le prospettive sono decisamente migliorate e l’obiettivo di contenere il riscaldamento entro i due gradi rispetto ai livelli preindustriali non appare impossibile. I costi di molte tecnologie a basse emissioni sono scesi e in molte aree del mondo l’energia solare ed eolica è la più conveniente. Questo potrebbe mettere in difficoltà le regioni e i paesi che dipendono dalla produzione di carbone, petrolio e gas. Con il declino delle fonti fossili, potrebbero andare incontro a problemi economici, sociali e politici.
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Questo articolo è uscito sul numero 1404 di Internazionale, a pagina 92. Compra questo numero | Abbonati