Radu Jude ha cominciato la sua carriera dirigendo satire cupe perfettamente in linea con il registro realistico della new wave rumena. Ma recentemente ha scelto una strada più complicata, abbracciando invenzioni formali selvagge e il confronto politico più diretto. Bad luck banging – Orso d’oro a Berlino – è uno spietato ritratto del triste stato del suo paese, sfrenato nel gettare ogni decoro nella spazzatura per rivelare l’ipocrisia del potere come la somma forma di volgarità. L’insegnante Emi (Katia Pascariu) finisce nell’occhio del ciclone quando il marito, contro la sua volontà, divulga in rete un video in cui fanno sesso che diventa virale. Mentre si aggira in una Bucarest in piena pandemia, cercando di reagire alla situazione, vediamo cittadini sull’orlo di una crisi di nervi, sempre pronti a scagliarsi l’uno contro l’altro al minimo pretesto. Il video ci è mostrato esplicitamente all’inizio del film e quindi anche noi siamo portati a prendere posizione: è giusto giudicare un’insegnante per le sue faccende private? Nella seconda parte del film Jude ci mette di fronte a un’orripilante parata d’ingiustizie che dovrebbe farci interrogare su quali sono i veri orrori della nostra società. Nella parte finale c’è un bizzarro tribunale di fronte al quale Emi è costretta a difendersi e che rende davvero impossibile allo spettatore guardare da un’altra parte. Carmen Gray, Sight & Sound

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Questo articolo è uscito sul numero 1406 di Internazionale, a pagina 84. Compra questo numero | Abbonati