Estraneo a bordo (dr)

Nel caso di un film ambientato nello spazio, la linea tra meditativo e noioso è particolarmente sottile. A meno che la trama non preveda viscidi cuccioli di alieno che gli esplodono dal petto, gli astronauti sembrano inclini a passare molto tempo in silenzio, soli con i loro pensieri: non proprio il massimo per uno sceneggiatore. Ma è anche vero che un film su un viaggio nello spazio silenzioso non è per forza un brutto film. Tutto questo per dire che Estraneo a bordo di Joe Penna – ambientato su una nave spaziale pensata per tre persone ma che, a quanto pare, ne ospita quattro – è un po’ noioso. Toni Collette è Marina, capitano di una navicella in missione verso Marte. Con lei ci sono il medico Zoe (Anna Kendrick) e il biologo David (Daniel Dae Kim). A un certo punto, dietro un pannello, spunta un quarto astronauta, Michael (Shamier Anderson). La sua presenza ha danneggiato il velivolo e l’ossigeno non basterà per tutti e quattro. Cosa fare? Penna ha seguito fedelmente molte regole del manuale dei film ambientati nello spazio, ma è riuscito comunque a conferire a Estraneo a bordo una sua tetra qualità e a creare un tono sospeso tra paura e contemplazione che risolve con una sequenza finale particolarmente straziante.
Stephanie Zacharek,Time

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Questo articolo è uscito sul numero 1407 di Internazionale, a pagina 80. Compra questo numero | Abbonati