Elegante ibrido tra racconto di una storia vera e lento thriller d’autore, il secondo lungometraggio del regista serbo Miroslav Terzić prende uno spunto familiare (la crociata di una persona contro il sistema corrotto, alla ricerca della verità) per offrire uno studio psicologico insolitamente approfondito e avvincente. Ana (Snežana Bogdanović) ha un piccolo laboratorio di sartoria alla periferia di Belgrado, ed è convinta che diciott’anni prima le autorità ospedaliere le abbiano mentito quando le hanno detto che il suo bambino era nato morto. Ana ha un rapporto estraniato con la figlia adolescente (Jovana Stojiljković) e il marito (Marko Baćović), e forse anche con la realtà. La trama, lentamente ma inesorabilmente, conduce alla verità. E proprio in quel momento lo studio psicologico del personaggio si spinge oltre, anche grazie alla convincente intepretazione di Snežana Bogdanović. Jessica Kiang, Variety

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1409 di Internazionale, a pagina 106. Compra questo numero | Abbonati