Ocean’s eleven avrebbe potuto essere migliore se ci fossero stati gli zombi? Netflix ha deciso di sciogliere il dubbio di Zack Snyder e il risultato è Army of the dead, un ridondante ibrido tra heist movie e horror che sembra interminabile come un’estate a Las Vegas. Eppure il prologo – un’ispirata collisione di assurdità, eccessi, carneficina e back story – è realizzato in modo magistrale. Scopriamo come un’infezione ha trasformato le ballerine, i sosia di Elvis e una tigre in folli mangiatori di carne umana. In altre parole, Las Vegas continua a spolpare i turisti, ma nel senso letterale del termine. Un manipolo di sopravvissuti (guidati da un poco espressivo Dave Bautista) dovrà entrare nella città, isolata da una muraglia di container, per svaligiare il caveau di un casinò prima che la città sia rasa al suolo. Con un ritmo lento e dei personaggi poco memorabili, Army of the dead è un goffo (e stranamente ipnotico) esempio di splatter pop. __**Jeannette Catsoulis, The New York Times**

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1411 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati