La notte di capodanno del 1972 una barca arriva al faro di Maiden Rock per riprendere l’assistente guardiano e padre di famiglia Bill Walker dopo un turno di due mesi. Ma Walker, il guardiano capo Arthur Black e il loro apprendista Vincent Bourne sono tutti scomparsi senza lasciare traccia, lasciando la porta sbarrata, la tavola apparecchiata e gli orologi fermi alle nove meno un quarto. Vent’anni dopo, nel tentativo di risolvere il mistero, un giovane scrittore di storie di avventure marittime viene a intervistare le donne che i tre guardiani del faro si sono lasciati alle spalle. Così si apre il superbo romanzo di debutto di Emma Stonex. L’orgogliosa e pragmatica Helen, la nervosa e depressa casalinga Jenny e l’affannata madre Michelle si sono tenute a distanza nel corso degli anni. Ognuna difende la reputazione del marito e ha le sue ragioni per tacere. Intrecciando le storie individuali degli ultimi giorni degli uomini con i resoconti delle donne sulle loro vite di allora e di oggi, la narrazione dal ritmo impeccabile gira intorno alla terribile verità centrale all’interno del faro abbandonato. Ispirato alla misteriosa scomparsa di tre guardiani del faro al largo delle Ebridi nel 1900, questo è un giallo, un romanzo dell’orrore, una storia di fantasmi e un’indagine psicologica incredibilmente avvincente. È anche un pezzo di scrittura perfetto. Stonex evoca con sottile intelligenza la follia che può crescere in uno spazio ristretto, ma non perde mai di vista l’intorpidimento del quotidiano, e ciò che serve per andare avanti sotto pressioni intollerabili. Christobel Kent,The Guardian

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Questo articolo è uscito sul numero 1411 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati