In Germania si avvicinano le elezioni, e Igor Levit partecipa a valanghe di discussioni: stupisce che trovi ancora il tempo per la musica. Anche perché evita sempre il repertorio più popolare, come Chopin o Rachmaninov, e preferisce lavori intellettualmente vertiginosi, come ha già dimostrato dedicando dischi a Busoni, Feldman e Rzewski. Questo ultimo album scala due vette. La prima sono i 24 preludi e fughe di Dmitrij Šostakovič, controparte del novecento al _Clavicembalo ben temperato _di Bach. La scrittura pianistica è severa, ma l’esecuzione di Levit è anche allegra, delicata, vivace e molto altro. La sorpresa è il secondo pezzo, la smisurata _Passacaglia on DSCH _del compositore scozzese Ronald Stevenson (1928-2015). È un lavoro per pianisti coraggiosi: dura quasi un’ora e mezzo e comprende centinaia di variazioni sul tema DSCH (il monogramma musicale di Šostakovič). Levit colpisce e seduce in ogni pagina, in un vero trionfo di spavalderia.
Richard Fairman, Financial Times
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Questo articolo è uscito sul numero 1427 di Internazionale, a pagina 98. Compra questo numero | Abbonati