Durante la pandemia l’industria statunitense della cannabis è diventata un rifugio per molti lavoratori della ristorazione e del commercio al dettaglio che avevano perso il posto o erano stati messi in cassa integrazione, scrive il Wash­ington Post. L’anno scorso il numero dei suoi occupati è cresciuto di quasi 80mila unità. “Oggi 321mila statunitensi lavorano nel settore, il 32 per cento in più rispetto al 2020. In altre parole: il paese ha più lavoratori nel settore della cannabis che dentisti o ingegneri elettronici. Molti statunitensi lasciano i vecchi lavori in cerca di posti che offrono condizioni migliori, e spesso li trovano nell’industria della cannabis”.

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Questo articolo è uscito sul numero 1429 di Internazionale, a pagina 107. Compra questo numero | Abbonati