Thibault Camus, Ap/LaPresse

La tensione tra l’occidente e Mosca rimane alta e il rischio di un’invasione russa dell’Ucraina è ancora concreto. Ma gli ultimi giorni sono stati segnati da un’intensa attività diplomatica per cercare una soluzione alla crisi. Il 7 febbraio il presidente francese Emmanuel Macron è volato a Mosca per incontrare il leader russo Vladimir Putin ( nella foto ). Durante il vertice, durato sei ore, Macron ha cercato di avviare un “nuovo processo” tra Mosca e l’occidente: “Un percorso non facile”, scrive Le Monde, “che durerà settimane”. L’impegno di Parigi “a proseguire gli sforzi di mediazione” è stato ribadito il giorno dopo a Kiev, dove Macron ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj. Nelle stesse ore Mosca ha però smentito la dichiarazione del presidente francese secondo cui il Cremlino si sarebbe impegnato a non portare avanti azioni militari. Sempre l’8 febbraio, a Berlino, il cancelliere tedesco Olaf Scholz e Macron hanno visto Andrzej Duda, il presidente della Polonia, uno dei paesi più impegnati a difesa dell’Ucraina. Il giorno prima, a Washing­ton, il cancelliere aveva incontrato il presidente statunitense Joe Biden. Nonostante il basso profilo adottato finora nella crisi ucraina, Scholz ha detto di essere in sintonia con Washington e la Nato. Biden ha invece assicurato che, in caso di guerra, il gasdotto Nord stream 2 (che collega Russia e Germania passando per il mar Baltico) sarà bloccato. Secondo la Taz “i due leader si sono mostrati chiari e determinati, mantenendo però un tono pacato e non ideologico”.

A sinistra Libération, Francia, Dialogo alla russa
A destra Izvestija, Russia, Formato normale

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Questo articolo è uscito sul numero 1447 di Internazionale, a pagina 22. Compra questo numero | Abbonati