“Una bomba strategica per la politica danese”: così Politiken definisce l’annuncio che il governo ha avviato le trattative per un nuovo accordo di cooperazione militare con gli Stati Uniti. In base alle prime informazioni l’accordo potrebbe ricalcare quello raggiunto nel 2021 tra Washington e la Norvegia, e potrebbe consentire il dispiegamento permanente di truppe statunitensi sul territorio danese, che non era stato autorizzato neanche all’apice della guerra fredda. Secondo il quotidiano, in questo modo il governo vuole tutelarsi di fronte al deterioramento della sicurezza in Europa dovuto alle tensioni con la Russia. Un simile accordo però porrebbe diversi problemi politici: implicherebbe l’accettazione implicita che ordigni nucleari statunitensi possano transitare dalla Danimarca, e rischierebbe di provocare nuove frizioni con Mosca. Nel paese inoltre è ancora vivo il ricordo delle polemiche suscitate dalla decisione dell’ex premier conservatore Anders Fogh Rasmussen di appoggiare l’invasione dell’Iraq nel 2003; anche se sotto la presidenza di Joe Biden la politica estera statunitense sembra seguire una linea più condivisibile, non si può escludere che in futuro, con l’elezione di un altro presidente, le truppe di stanza in Danimarca siano usate per azioni militari che Copenaghen non approva, avverte Politiken.

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Questo articolo è uscito sul numero 1448 di Internazionale, a pagina 24. Compra questo numero | Abbonati