Mentre lavorava da American Apparel, Chelsea Hodson ricevette in regalo un bikini nero a patto d’indossarlo in negozio. All’inizio era titubante, ma dopo un’ora si sentì in sintonia con “il battito del capitalismo”, a suo agio nell’essere vista come un oggetto dai clienti. Se essere donna negli Stati Uniti significava svolgere un ruolo a beneficio degli altri, voleva almeno farlo con complicità. Questo breve aneddoto è contenuto in uno dei saggi lirici del suo libro d’esordio, Stanotte sono un’altra, dove disegna, per esempio, connessioni tra la sua carriera nella vendita al dettaglio, un video di YouTube di un uomo che parla con una spogliarellista del videogioco Grand theft auto, le performance di Marina Abramović, un libro di caccia degli anni trenta e un profilo che ha creato su un sito usato da lavoratrici del sesso. Molti dei saggi sono incentrati sui sentimenti di Chelsea Hodson sulla mercificazione del suo corpo e sulla sua trasformazione in oggetto. Le sue intuizioni sono sorprendenti, perché resiste all’impulso di moralizzare. La maggior parte di questi pezzi si muove tra scene della vita lavorativa di Hodson, momenti altamente drammatici delle sue imprese romantiche e citazioni di altri scrittori, tra cui Roland Barthes e Mary Ruefle. Hodson prova i ruoli come abiti, li abbandona e va avanti. Il suo stile rispecchia la vita online: veloce ed eterea. I saggi più forti della raccolta legano gli interessi teorici della scrittrice alle esperienze del suo passato, spesso della sua infanzia o degli anni trascorsi a lavorare a Tucson. In queste pagine sentiamo tutto l’incantamento di vivere in un corpo. Meno toccanti sono i saggi che rimangono nel regno del cerebrale. Ma le sue lucide intuizioni, e lo stile affascinante, segnano una raccolta memorabile.
Maddie Crum, The Washington Post

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Questo articolo è uscito sul numero 1451 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati