È un libro di cui ridere, ma non nel senso della derisione. Una storia d’amore di una banalità stravagante, come tutte le storie d’amore. Lui ha cinquant’anni. Lei venti di meno. Lui è l’amante, la bella donna ha già un uomo nel suo letto (o nella sua vita). Lui intuisce che lei lo tradisce con il compagno regolare. È in vacanza con sua madre in Scozia. Si prende il rischio di un viaggio, vola per incontrarla, ma trova solo piccoli e spiacevoli disastri. Prende atto della sua incapacità di uscire dal suo bozzolo, dai suoi piccoli punti di riferimento, di sedurre ancora, alla sua età. Hervé Le Tellier chiama il suo personaggio “il nostro eroe”, come se fosse uno di noi. Lei, naturalmente, è “la nostra eroina”. L’autore non risparmia il “nostro eroe”. Lo costringe a rimanere in attesa vicino a un telefono che non suonerà mai. Senza vergogna, questo scrittore burlone svaluta il suo povero compagno e lo rende simpatico. La tragedia assume qui l’aspetto di un burlesque. Le Tellier ha costruito questa parodia di un romanzo d’amore come una telenovela. Nessuna sorpresa, nessuna tensione, ma un racconto leggero che disinnesca il dramma e gioca con i cliché.
Martine Laval, Télérama

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Questo articolo è uscito sul numero 1457 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati